Un solo Anderson. Però non Djavan, l’esterno olandese che a Venezia non ha convinto granché, bensì André, il brasiliano, il più giovane della compagnia, che in Veneto invece ha esordito nel calcio italiano. Uno spezzone di partita di qualità e personalità, un impatto convincente, tanto che Salernitana-Spezia di sabato potrebbe esser la gara del suo debutto dal 1’. Stefano Colantuono ci sta pensando. E lo sta pure provando. Non da attaccante né da trequartista, bensì da interno di centrocampo con licenza d’inventare. “Alla Di Gennaro”, per intendersi, proprio nella settimana in cui l’ex Lazio rischia di partire dalla panchina perché in non perfette condizioni, come Castiglia, mentre resterà ancora fuori dai convocati Akpa Akpro. André Anderson sarebbe il tocco di “finezza” in una mediana di sostanza, testata ieri all’Arechi con Di Tacchio nel mezzo e Odjer, l’altra nota lieta del sabato grigio in laguna, a vestire l’altra maglia da interno. Una grande chance per il giovane prodotto del Santos, un classe 1999 arrivato con il sontuoso soprannome di “O Artilheiro” - l’artigliere - che non ha ancora grossa dimestichezza con la lingua italiana, però al pallone dà del “tu” e quand’è in campo sa farsi capire con il linguaggio universale del talento. L’estate scorsa andò a prenderselo in Brasile la Lazio, girandolo in prestito alla Salernitana per il battesimo del fuoco in serie B, e dopo mesi d’ambientamento è ormai maturo il tempo di vederlo (aspirante) protagonista nello stadio con il nome da principe.

Sezione: News / Data: Gio 08 novembre 2018 alle 19:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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