"È possibile fare come dico?". La domanda arriva nel bel mezzo dell’allenamento, mentre il sole su San Gregorio Magno è ancora alto e nulla fa presagire alla pioggia arrivata nel pomeriggio. Poche parole per chiedere maggiore attenzione negli esercizi. Le pronuncia Gian Piero Ventura, il tecnico della Salernitana, che chiede il massimo ai suoi calciatori. Il trainer genovese inizia ad impartire i primi dettami del suo credo: la fase di preparazione atletica continua ma, intanto, il pallone compare sempre più negli allenamenti in ritiro. Anche in mattinata, nella seduta solitamente destinata a metter benzina nelle gambe in vista della nuova stagione. Il già ct dell'Italia mostra una carica notevole: segue tutte le prove distante un paio di metri da Djuric e compagni, tenendo sempre qualcosa in mano. Prima una bottiglietta d’acqua, poi una casacca gialla sono le sue “valvole di sfogo” mentre accompagna la seduta di lavoro anche con una continua gestualità del corpo. Tanti incoraggiamenti ma pure qualche rimbrotto a qualche calciatore che non compie i compiti assegnati con qualità. È la parola chiave di questi allenamenti, la ricerca della perfezione nel gesto tecnico sembra esser l’unico pensiero che preoccupa il trainer ligure. "Quello che conta è la qualità del passaggio, non mi interessa quanti tocchi fate o quanto tempo ci mettete", dice al “capitano in pectore” Di Tacchio mentre divide il gruppo in tre mini-squadre schierate per provare il possesso palla. Non vuole leziosismi, chiede continuamente di cercare i compagni. Quando i suoi desideri non vengono esauditi, ferma il gioco e dispensa consigli. Anche a voce alta, come fatto con Odjer e Kalombo.

Sezione: News / Data: Sab 20 luglio 2019 alle 14:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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