Alla fine il divorzio è arrivato. Dopo un’estate ricca di voci su un addio che stava già per consumarsi in ritiro, a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato il tutto si è concretizzato; Manuel Scalise non è più un giocatore della Salernitana, e approda al Mantova dove potrà senza dubbio ritagliarsi un posto da protagonista. Nei suoi mesi a Salerno il terzino nativo di Rho ha sempre messo a disposizione della squadra professionalità e doti tecniche, ed il suo impegno con la casacca granata non era passato inosservato ai tifosi.
Al termine di un infernale pre – campionato, scandito da voci su addii imminenti, ribaltoni tecnici e via discorrendo, Scalise ha accettato l’offerta del Mantova di patron Esposito, squadra con la quale l’ex Nocerina spera di far bene. Ai microfoni di Granatissimi, il terzino ha commentato a caldo il suo trasferimento: “La decisione di andare via da Salerno l’ho presa quest’estate perché a fine campionato avevo preso atto del fatto che non avrebbero riconfermato Gregucci, allenatore col quale mi ero trovato bene sia dal punto di vista umano che tecnico. Pur non avendo un rapporto extra campo e spogliatoio, devo dire che per la serietà e la professionalità dimostrata, in cuor mio si era rotto qualcosa dopo l’addio di Gregucci. Successivamente mi è arrivata l’offerta di una squadra e i miei procuratori non hanno fatto altro che girare l’offerta a Fabiani il quale aveva lasciato intendere che mi avrebbe lasciato andare ovunque volessi”.
C'è stata la possibilità di un rinnovo?
”Io non ho cercato un biennale, né i miei procuratori hanno richiesto un biennale alla società, anche perché i miei procuratori non sono mai stati a Salerno e non hanno mai parlato con Fabiani, quindi non c’è stata nessuna richiesta mia di un prolungamento, assolutamente”.
Perché ha deciso di lasciare Salerno?
“Ho deciso di andar via perché non venivano mantenute alcune parole prese con una stretta di mano, ma non perché io volessi un biennale, io non ho chiesto né adeguamenti né prolungamenti di contratto. Poi ci sono state 4-5 proposte che mi hanno fatto piacere perché le ho ricevute a quasi 33 anni con 850 giocatori svincolati “a spasso”, e alla fine ho notato che non c’era tutta questa voglia di trattenermi. Di conseguenza ho deciso di prendere la mia strada e andar via, non mi sono sentito al centro del progetto. Poi anche la questione panchina o meno non è mai esistita perché Somma mi voleva, lui avrebbe voluto le coppie per ogni ruolo per poter far giocare tutti durante il campionato”.
Quindi non ha mai chiesto alla società di rinnovare il contratto...
“Io leggevo articoli su di me che mi volevano alla ricerca di un contratto, e sotto arrivavano i commenti dei tifosi che mi chiamavano ‘mercenario’, ma non è assolutamente vero; io ho tanti ricordi bellissimi di Salerno, non ultimo l’amichevole a Baronissi dove ho ricevuto tanti attestati di stima, applausi e incoraggiamenti. Per me, avendo giocato a Nocera, è importante perchè se la gente ti applaude vuol dire che hai fatto bene. Ripeto, non c’è stato nessun appuntamento per il rinnovo di contratto, due settimane fa sono stato contattato da Fabiani il quale mi ha riferito che forse c’era la possibilità di rinnovare ma alla fine non c’è stato nessun incontro. Quando una società vuole davvero rinnovare il contratto di un calciatore, chiama i procuratori ed il calciatore stesso, si va in sede, si fa la proposta e si firma, ma a me non è stato proposto niente”.
Come si è risolto il contratto con la Salernitana?
“Ad oggi vado via da Salerno rinunciando alle mensilità di luglio ed agosto. C’è stato il trasferimento dalla Salernitana al Mantova, non una rescissione ed io ho rinunciato ai due mesi delle nuova stagione. Lo dico senza problemi, quindi ho dimostrato di non essere un mercenario, altrimenti sarei stato in vacanza a Salerno”.
Cosa c'è di vero sull'offerta onerosa da parte del Matera?
“Io ho ricevuto offerte da Matera, Messina, Grosseto e Cosenza tutte squadre che mi facevano un anno di contratto, e invece leggevo altre cose. Si parlava di contratti “pesanti” da parte del Matera che offriva un biennale, ma sono solo dicerie. Ormai il calcio non è più uno sport dove si guadagnano cifre allucinanti, a meno che non sei un attaccante che segna 20 gol a campionato, e forse neanche in quel caso. Purtroppo in piazze importanti come Salerno si fa sempre questo giochino di cercare gli scheletri nell’armadio o cercare notizie non vere per favorire una cessione”.
Sicuramente c'è stato qualcosa di positivo in questa sua esperienza a Salerno...
“Ripeto, sono stato benissimo a Salerno. Sono felice perché ho vissuto un’esperienza splendida nei quatto mesi dello scorso torneo, trovando emozioni mai provate in altre piazze dove magari ho giocato per più tempo. Ringrazio tutti, il dottor Italo Leo, i suoi fisioterapisti che sono stati sempre disponibili e amano davvero la Salernitana, perché sono grandi professionisti e grandi tifosi. Ringrazio la gente, ho avuto tanti attestati di stima, molti hanno apprezzato anche l’uomo oltre che il giocatore”.
Cosa ne pensa del nuovo tecnico di Leonardo Menichini?
“Ho avuto poco tempo per conoscere Menichini, quindi dare giudizi diventa molto difficile. Posso dire che nella maggior parte dei casi a vincere il campionato è la squadra che deve cambiare meno possibile: l’anno scorso ha vinto il Perugia che precedentemente aveva perso i playoff. Secondo me il lavoro che aveva fatto Gregucci non era stato un flop, ha vinto una Coppa Italia ed ha sistemato una situazione non facile a detta di tutti perché comunque la Salernitana non aveva raccolto quanto previsto e non vedevo il motivo di cambiare Gregucci, una persona seria, pulita, sincera, che ha sempre lavorato con professionalità e che a Salerno aveva fatto bene anche in passato. Il flop si rischia quando cambi continuamente calciatori ed allenatore; sostituire 5-6 allenatori ogni due stagioni è un errore, secondo me Gregucci non ha sbagliato niente”.
Che opinione si è fatto in merito alla questione Somma?
“Somma nei miei confronti è sempre stato sincero ed onesto, mi disse che avrei fatto le mie partite e che puntava su di me, e con lui non ho mai avuto problemi. Le cose dello spogliatoio restano lì, non è giusto parlarne. Ripeto, ho deciso di andar via perché non mi sentivo al centro del progetto, su di me c’era un po’ di confusione. Se fossi stato un mercenario non sarei sceso in campo ad Alessandria in Coppa Italia.
Cosa si sente di dire alla squadra?
“Volevo ringraziare tutti i giocatori, sono venuti tutti a salutarmi e ci tengo a fare un grande in bocca al lupo a tutti quanti. Spero che la squadra faccia bene, va lasciata tranquilla sia nei momenti positivi che in quelli negativi, c’è bisogno di equilibrio nelle scelte, non si può cambiare opinione di giorno in giorno. Seguirò da lontano le sorti della Salernitana”.
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