La Serie B ha un nuovo padrone: il Pescara targato Giuseppe Pillon. Proprio il tecnico veneto è l’artefice principe del capolavoro abruzzese. Organizzazione, equilibrio e un’alchimia perfetta fra squadra e allenatore sono i segreti del Delfino. A Pillon va riconosciuto il merito di aver saputo coinvolgere nel progetto tutto il gruppo, senza emarginare nessuno. Nessuna lista di proscrizione, anzi: tutti si sentono parte integrante di una grande famiglia. Sono così lontani, eppur così vicini, i tempi dell’integralismo zemaniano, di quell’armata Brancaleone esasperatamente votata all’attacco e con una fase difensiva ornamentale. Arrancano le big. Il Verona non riesce a trovare la quadratura del cerchio e incappa nel secondo ko consecutivo, piegato al ‘Bentegodi’ da un Lecce in grande salute. Se Atene piange, Sparta non ride. Cade ancora la corazzata Benevento, che soccombe all’Adriatico per mano della nuova capolista. Campanello d’allarme per la Strega. Cresce lo Spezia di Pasquale Marino che sbanca l’Ardenza e fa deflagrare la crisi del Livorno, fanalino di coda del campionato. Il club labronico ha rinnovato la fiducia (a tempo?) a Cristiano Lucarelli, ma sembra solo un accanimento terapeutico. Serve una svolta decisionista. La Serie B, a maggior ragione questa Serie B, non aspetta nessuno e tergiversare troppo a lungo potrebbe rivelarsi fatale.

Buona la prima per Roberto Stellone a Palermo: i rosanero piegano un Crotone inconsistente, in piena crisi d’identità (trema Stroppa, preallertati Oddo e Zenga), e agganciano al quinto posto, a quota 11, la Cremonese, che prosegue, imbattuta, nella politica dei piccoli passi impattando allo ‘Zini’ con la Salernitana. Insegue a un’incollatura il Brescia, che rulla il malcapitato Padova grazie a una tripletta, la prima in cadetteria, di un Alfredo Donnarumma incontenibile. Nella zona calda, la classifica comincia a sgranarsi. Detto del nuovo tracollo del Livorno al ‘Picchi’ e del poker incassato dal Padova al ‘Rigamonti’, perdono anche Ascoli e Venezia. Ma se i marchigiani non sfigurano affatto allo ‘Zaccheria’, tenendo testa ad un Foggia in vertiginosa risalita verso lidi più consoni allo spessore dell’organico rossonero, i lagunari, impalpabili, affondano al ‘Curi’ rimediando il quarto ko negli ultimi cinque turni. Sulla graticola mister Vecchi: la società riflette, ma un eventuale avvicendamento in panchina è frenato dal robusto triennale sottoscritto dall’ex tecnico della Primavera dell’Inter. Ad ogni modo, il patron Joe Tacopina ha deciso anticipare il rientro in Italia dagli States per seguire da vicino la situazione: tutte le ipotesi sono sul tavolo.  Chi mastica amaro è il Carpi, a digiuno di vittorie al ‘Cabassi’ da 200 giorni, ripreso in zona Cesarini da un Cosenza mai domo e agevolato da un’indecisione di Colombi.

Sezione: News / Data: Mar 09 ottobre 2018 alle 22:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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