Ridurre il mio legame con Antonio Sibilia solamente al calcio sarebbe riduttivo e soprattutto ingeneroso nei suoi confronti. Certo, se oggi il mio lavoro è riconosciuto ed apprezzato, a livello federale e nelle leghe, lo devo a lui, ai suoi insegnamenti. E’ stato Antonio Sibilia a credere in me, e nelle mie capacità, calcisticamente sono nato con lui che mi ha insegnato tutto. Ma il Commendatore per me è stato quasi come un secondo padre. E in fondo lo è stato per tanti, sicuramente un riferimento sicuro. Dietro quell’aria apparentemente burbera, si nascondeva un uomo dalla grande umanità, profondamente legato alla sua terra e sempre disponibile verso chi era in difficoltà. Nel suo lavoro, così come nel calcio, Antonio Sibilia sia era fatto conoscere per le sue qualità personali prima ancora che per le sue capacità. Aveva un modello di gestione improntato al criterio del buon padre di famiglia, imponendo regole, facendosi rispettare ma non mancando mai di rispetto a nessuno. Pioniere in un calcio di altri tempi, espressione di una comunità che oggi quasi non c’è più, tanto è divisa, scollata, intrisa di quell’egoismo che lui non aveva mai amato. Questa Irpinia e questa città forse a lui non sarebbero piaciute e certo, se avesse potuto, non avrebbe fatto mancare il suo contributo per migliorarle. E’ difficile per me trasmettere il senso di vuoto che questa notizia mi ha dato, ma è altrettanto forte in me, e in tantissimi che lo hanno conosciuto ed apprezzato, ricordare e far vivere il suo esempio nell’agire quotidiano. Lo farò per ricordare una persona che tanto ho amato e che tanto mi ha dato. Addio Commendatore, dentro di me tu non morirai mai. Con profonda stima e affetto.

Bruno Iovino

Sezione: News / Data: Gio 30 ottobre 2014 alle 09:15
Autore: Maurizio Grillo
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