Se in campo il Benevento ha disputato la sua onesta partita facilitato dalle numerose assenze dell’avversario, sugli spalti non c’è stata praticamente mai gara. L’anno scorso, nel giorno dei festeggiamenti per il Santo Patrono, da Salerno partirono in tremila e potevano essere il doppio con un settore ospiti più capiente. Ieri 1500 persone in curva Nord abbastanza silenziose e nettamente surclassate anche quando il risultato era di 0-1 e per tutti sarebbe stato più semplice smettere di cantare. Che il popolo dell’Arechi abbia un altro passo rispetto agli altri è cosa nota, quasi stucchevole da ripetere. Erano in 18mila e, soprattutto nel primo tempo, i cori sono stati trainanti e assordanti. Distinti e tribuna hanno partecipato come non accadeva da anni, il sold out della mattina ha spinto comunque migliaia di persone ad acquistare i biglietti per gli altri settori e qualcuno è arrivato addirittura dall’estero o dalla Lombardia per assistere allo spettacolo della gente di Salerno. “Ben venga ci sia la proprietà, vedranno come sa rispondere Salerno quando vedono che le cose sono fatte bene” ha detto Ventura, “Magari lo stadio fosse sempre così gremito: sono un valore aggiunto e ci danno la spinta che serve” ha aggiunto Di Tacchio, rimarcando l’importanza dei tifosi anche dopo un ko casalingo. A fine gara applausi, cori di incoraggiamento e nessuna contestazione: segnale di maturità che, si spera, si tradurrà in presenze numerose anche contro il Chievo tra 10 giorni. Fischi assordanti all’indirizzo di Improta e Coda, a fine gara Vigorito è andato sotto la Sud applaudendo gli ultras granata. Un solo slogan intonato contro i beneventani, indicati come “napoletani”. Tra le due tifoserie qualche gesto poco oxfordiano e null’altro. Sugli spalti Salerno ha stravinto, la speranza è che a ritorno possa esserci la meritata vendetta sportiva

Sezione: News / Data: Mar 17 settembre 2019 alle 13:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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