Il 2019 andato in archivio sarà ricordato sempre come uno degli anni più tristi per la tifoseria di Salerno. Sarà pur vero che nella settimana delle celebrazioni del centenario la risposta popolare è stata impressionante in termini di numeri e di passione, ma tutto ciò serve a poco se sugli spalti c'è il deserto assoluto. Tra diserzioni e contrapposizioni è accaduto davvero di tutto, con le liti tra i gruppi ultras a suon di comunicati che hanno svuotato repentinamente quella curva Sud che, in passato, era il punto di forza della Salernitana soprattutto nelle difficoltà. E i social, in tutto questo, hanno rappresentato uno straordinario amplificatore, una sorta di destabilizzazione a prescindere fatta di slogan, offese e prese di posizione distruttive che tendevano ad ingigantire i problemi piuttosto che a trovare una soluzione. Tra chi propone demagogicamente l'azionariato popolare (nella stessa città che si lamenta dei 2 euro in più per il biglietto) e chi sa bene che alternative concrete non ce ne sono, si è creato un quadro di tutti contro tutti che non rende credibile e fattibile nemmeno una eventuale contestazione concreta. Lotito, dopo quanto accaduto per lustri a Roma, può mai farsi "spaventare" dalle canzoncine di 200 persone, dal "liberatela" del web o da uno stadio che fischia i propri calciatori e accompagna i gol della Salernitana quasi con dispiacere? Facendo fronte comune e rispettando l'opinione di tutti si potrebbe fare un bel passo in avanti.

Gli ultras ci mettono la faccia e viaggiano ovunque al pari del club organizzati spendendo soldi e lasciando a casa le famiglie, in tempi di crisi economica e di calcio spezzatino non è poco. Ma non basta. C'è un Arechi gelido, ci sono migliaia di persone a casa, ci sono finti tifosi a caccia di popolarità sul web da isolare, c'è da trovare una linea comune per il bene della maglia e non per acuire il proprio ego. Prendendo esempio da quei due storici capi ultras idolatrati dai più e dei quali ci sarebbe tremendamente bisogno ora. Si faccia fronte comune ricordando che disertare a metà marzo, con un mercato chiuso e una classifica deleteria, per poi rientrare in parte e ripresentarsi in 15mila col Venezia ha reso tutto decisamente poco credibile. Per costruire un grande progetto e meritare davvero di più deve essere anzitutto la tifoseria ad essere compatta, a rispettarsi, a creare un clima positivo nei confronti della maglia.

Sezione: Tifo granata / Data: Dom 12 gennaio 2020 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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