Trovare una nota positiva nella serata di ieri è praticamente impossibile, le cose sono andate come peggio non potevano ed è difficile individuare qualcosa a cui appellarsi per guardare al futuro con ottimismo. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: dopo il comunicato del 25 marzo la società aveva l’obbligo di allestire una fuoriserie per la categoria, l’unico modo per farsi perdonare dopo uno dei campionati più scadenti della storia proprio nella stagione che ha condotto al centenario. Se davvero si vuole puntare a qualcosa di più è necessario investire, non affidarsi soltanto ai parametri zero e ai giovani prodotti del vivaio laziale. Se il colpo di mercato è Sofiane Kiyine, tra l’altro schierato fuori ruolo, c’è poco da stare allegri. Per tener testa alle corazzate Empoli e Benevento e provare a giocarsela contro Perugia, Cremonese, Frosinone, Spezia e tante altre servono sei rinforzi e quasi tutti titolari: gli esterni, il regista, la mezz’ala, un difensore centrale e il bomber, quell’attaccante da 15-20 gol che non può essere certo Giannetti. Al momento i movimenti principali sono stati quelli in uscita, conferma del fatto che in passato sono stati commessi tanti errori e che la rosa dell’anno scorso era stata sopravvalutata da tutti. A proposito di sopravvalutare, non giustifichiamo nemmeno tutta questa fiducia riposta in Giampiero Ventura, allenatore reduce dal disastro con la Nazionale e dalla fuga di Verona condita da uno 0-5 interno all’esordio e tante frizioni con i leader dello spogliatoio.

Non vorremmo che a Salerno stesse già accadendo la stessa cosa, con bocciature preventive, voglia di investire una barca di soldi per un pupillo fermo da due anni e che si sta facendo desiderare e una squadra che già ieri ha destato perplessità pure sul piano dell’impegno. E’ palese che il 3-5-2 non sia il modulo adatto alle caratteristiche dei calciatori ora a disposizione, non è passato inosservato il siparietto con Migliorini né l’atteggiamento di Pucino che, pur essendo legatissimo alla maglia, appariva spento mentalmente perché poco considerato dal mister. Se hai un solo esterno destro in organico devi far giocare lui, non adattare esterni d’attacco! E’ ancora presto per dare giudizi e certo senza qualità non si può esprimere un gioco interessante, ma la Salernitana non ha idee, non tira in porta, subisce iniziative di avversari di categoria inferiore e non ha un solo elemento che accenda la luce quando la partita diventa buia. Chi vuol bene alla Salernitana o fa il nostro lavoro ha il dovere di sottolineare in largo anticipo cosa non funziona prima che sia troppo tardi.

Se poi i tifosi continuano ad essere distanti e in curva si onora uno storico capo ultras sancendo la spaccatura e il punto forse più basso della Sud il quadro è completo. Nuova Guardia da una parte, UMS dall’altra, una “guerra fredda” che danneggerà soltanto le nuove generazioni che non possono identificarsi in un Arechi spettrale, tutt’altro che coinvolgente e che, potenzialmente, può spostare gli equilibri a patto che si remi nella stessa direzione. Chiosa sulla società, la grande assente. Non puoi organizzare un’amichevole per celebrare centenario e Siberiano senza presentarsi sugli spalti. Dopo aver alzato prezzi di biglietti e abbonamenti, aver fatto pagare anche le sgambature a San Gregorio e aver investito poco- fin ora- nel mercato- era necessario lanciare un segnale di presenza e invece a fare gli onori di casa c’era il team manager, tutto mentre la famiglia De Laurentiis era al gran completo in tribuna autorità. Una serata pessima, insomma, dove tutto è andato nel verso sbagliato. Meglio ora che a campionato in corso, sia chiaro. Ma sembra davvero di essere ripartiti dalla lenta agonia del girone di ritorno 2018-19.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 agosto 2019 alle 12:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print