Sbloccata la questione cambio proprietario, resta bloccato invece l'ordinario. E per ordinario intendiamo il mercato. In questo periodo di vacatio legis dove non si sa chi decide, chi opera e chi lavora, la Salernitana resta alla finestra di un calciomercato che invece serve come il pane. Circolano nomi, sia in entrata che in uscita, ma sono solo parole, che non trovano poi alcuna conferma successiva. Fabiani sembra sparito dai radar, continua a muoversi nell'ombra ma è fermo sia dal lato acquisti che dal lato vendite. Da quanto si apprende in rete e sui giornali l'ormai ex direttore sportivo granata sembra non aver nemmeno sentito ancora Iervolino, che con il suo silenzio, conferma la volontà di cambiare rotta e virare sui nomi accostati ai granata negli ultimi giorni, Sabatini su tutti. 

In questo momento l'unico che potrebbe avere una certa voce in capitolo è sempre il generalissimo Marchetti, amministratore pro-tempore ed unico in grado di poter apporre qualche sigillo valido in attesa del subentro di Danilo Iervolino. Ma in questi mesi alla "guida" della Salernitana tutti noi lo abbiamo conosciuto e siamo sicuri al mille per mille che non muoverà un dito in questo periodo di transizione, non lo ha fatto finora figuriamoci se lo farà adesso. E' un periodo di stallo dunque "fisiologico", di transizione da una vecchia società, sempre più fantasma, ad una nuova, dai contorni sempre più affascinanti e carichi di speranza. E nel mezzo? Nel mezzo sempre gli stessi: squadra e tifosi. Una squadra ridotta all'osso dal covid e dagli infortuni, ampiamente non in grado di poter portare avanti un campionato che l'ha vista racimolare solo 8 punti in 18 gare. I tifosi attendono, scrutano siti e portali web, giornali e pagine sociale, in attesa di poter leggere qualche nome nuovo che ha preso la direzione Salerno. 

La nostra speranza, e quella di tutta la piazza granata, è che sia data a Iervolino la possibilità di fare mercato, anticipando i passaggi burocratici o concedendo una "finestra extra" post gong di fine gennaio, per poter cercare, almeno, di salvare il salvabile. E' vero, potevamo non ridurci all'ultimo, al 31 dicembre, per avere una nuova vita societaria, ma quel che è fatto è fatto: ora bisogna tornare a remare tutti dalla stessa parte e sperare nelle capacità imprenditoriali del nuovo presidente, che a quanto pare, è tutt’altro che un neofita dello sport e del mondo del calcio. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 06 gennaio 2022 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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