E pensare che quando a fine gennaio palesammo perplessità sull'operato del direttore generale Sabatini, nello spazio riservato ai commenti non si faceva altro che argomentare paragonando tutto con un passato contestabile quanto lo si vuole, del tutto discutibile per i modi e gli atteggiamenti, ma...vincente. Per carità, nessuno si aspettava miracoli in 20 giorni. Ma quando hai una proprietà forte alle spalle e un budget importante, non puoi propinare alla piazza di Salerno gente ferma da anni o giovani sconosciuti che arrivano dall'estero ed entreranno in forma quando, purtroppo, la Salernitana sarà già retrocessa. Ormai non ha senso prendersi per i fondelli: se vinci 3 partite su 29 non puoi sperare di ottenere 5-6 successi nelle ultime 9 e i ricorsi vinti con Udinese e Venezia rischiano di trasformarsi in una beffa e in un prolungamento dell'agonia. Oggi, contro un Torino men che mediocre e che ha fatto mezzo tiro in porta, si doveva avere un atteggiamento diverso e invece è stato un fallimento. Sotto tutti i punti di vista. Minimo stagionale di presenze (tolta la gara con la Lazio, ma la capienza era ridotta a 5000 unità), tifo freddo, allenatore in confusione, Fazio migliore in campo per il Torino, Bonazzoli palesemente fuori ruolo, cambi tardivi e nessuna reazione emotiva dopo lo svantaggio. Un disastro, insomma. E se alcune scelte estive e il tira e molla di Lotito e Mezzaroma sono comunque fattori da prendere in considerazione per analizzare un'annata pessima, è altrettanto vero che l'attuale dirigenza ha ereditato una situazione che, per rinfrescare la memoria, non era così drammatica. Vittoria a Verona, -4 dalla salvezza con due partite in meno e tre settimane per fare il mercato. Possibile che non c'era di meglio di un Mikael pagato un milione di euro e che non sa stoppare un pallone o di Perotti che è andato ko alla prima da titolare dopo un anno e mezzo?

Iervolino, per dare un segnale, già da oggi dovrebbe mettere tutti in silenzio stampa (abbiamo sentito Nicola parlare di grande prestazione, sarebbe sufficiente per licenziarlo), chiedere a Castori quali elementi possano essere utili per la prossima stagione, blindare i 3-4 migliori e individuare un direttore sportivo giovane, ambizioso e che possa operare una rivoluzione sfruttando il largo anticipo rispetto alla concorrenza. Iervolino, nel giorno del suo compleanno, non meritava una prestazione così deludente, a tratti imbarazzante, contro il suo amico Cairo e quel Toro che certo non è stato penalizzato dall'arbitro e che ha ritrovato cattiveria agonistica e motivazioni dopo la serataccia con il Genoa. Ora nove gare e lenta agonia, la prossima doppia trasferta potrebbe purtroppo consegnare la serie B ai colori granata. Se perdi anche stasera e in questo modo, non meriti di fare la serie A e non puoi aggrapparti a nulla, nemmeno ad un arbitraggio tutt'altro che favorevole. Le responsabilità sono chiare, con la differenza che per l'opinione pubblica tutto è riconducibile a chi c'era e non a chi, da gennaio in poi, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Iervolino è intelligente e riteniamo che rinnovi apparentemente scontati siano stati riposti nel cassetto. Si spera stracciati definitivamente.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 aprile 2022 alle 00:54
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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