Tanto tuono' che piovve. Non poteva essere altrimenti, con una tifoseria distante, una società distante, un gruppo di giocatori allo sbando e un allenatore che non sa più a quale santo appellarsi. Se poi ci si mettono anche gli arbitri diventa difficile, ma se perdi 5-2 in casa contro un avversario modesto e condannato alla retrocessione c'è poco da dire. Alla fine sarà salvezza, ma soprattutto per demeriti degli altri. Ora nella bolgia dello Zaccheria senza Djuric (diventato quasi un idolo, come è strano il calcio), e con una big come il Pescara che archivierà un campionato disastroso. Nel mezzo il Cosenza: non si gioca nulla, ma una Salernitana così farebbe fatica anche contro avversari di Lega Pro. Nessun fattore imponderabile. Bastava soltanto intervenire a gennaio. Diluvia, dunque, sul morale di un gruppo che appare giorno dopo giorno sempre più spaesato ed arrendevole. Non manca la voglia, sia chiaro, né la grinta. Difetta semplicemente la qualità. E quando questo fa rima con scarsissima fiducia il risultato non può che essere l’ennesima disfatta, l’ennesima occasione sprecata. La speranza è che gli uomini d’esperienza di questa formazione riescano (francamente non ci credo più) a scuotere una squadra che mai come oggi ha bisogno di essere sostenuta da tutto l’ambiente. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 27 aprile 2019 alle 23:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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