Ancora tre giorni e il destino della Salernitana prenderà finalmente (si spera) una direzione chiara. I tifosi granata hanno cerchiato in rosso sul calendario la data del 15 dicembre, termine fissato dai trustee per le determinazioni della cessione societaria, unico possibile spiraglio di luce in questo momento. Ennesimo lunedì amaro per gli uomini di Colantuono, reduci dall'umiliante 4-0 di Firenze che ha ulteriormente fatto sprofondare gli animi della piazza, che ormai non crede più in una salvezza sempre più complessa. I numeri non condannano certo ancora la Salernitana, non essendo ancora arrivati al giro di boa, ma la sensazione è che con questo andazzo alla squadra granata non possa bastare nemmeno un miracolo. 

Quasi superfluo parlare di scelte tattiche o disquisizioni tecniche per una squadra non all'altezza del palcoscenico, a maggior ragione se si considera che il cambio in panchina non ha portato alcun miglioramento, anzi, la media punti di Colantuono (0,44 pt a partita) è anche più bassa del predecessore Castori (0,50 pt). E' evidente che il problema non fosse l'allenatore e che con questo organico sarebbe proibitivo fare meglio per qualsiasi tecnico. Nessun altro discorso ha quindi senso in questo momento se non quello della vendita del club. Tante le voci che si sono rincorse nelle ultime ore, alcune delle quali, come quella legata a Tarak Ben Ammar, hanno alimentato le speranze di un popolo, quello granata, ingiustamente vilipeso in questi mesi da una squadra non degna delle sue "prestazioni" sugli spalti

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 dicembre 2021 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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