Un punto incassato in trasferta dopo una sconfitta: difficile poterlo definire anche un solo brodino. Però questa è la Salernitana del momento, prendere o lasciare. Una squadra che fatica a diventare tale. Un organico modificato poco nel mercato di gennaio, ancora con qualche lacuna ma in ogni caso adeguato a lottare per i playoff. Modifiche legate al calcio predicato da Angelo Gregucci, il tecnico chiamato a sostituire Colantuono. A gennaio quindi ci ritroviamo a parlare di una squadra che non ha ancora una identità precisa, un po’ come in estate ma con una differenza sostanziale. Ad oggi è stata consumata una buona metà di un campionato che fin qui ha riservato più dolori che gioie ai granata che, per i più ottimisti (o superficiali?) avrebbe dovuto triturare ogni avversario. Chissà, forse sarebbe potuto anche succedere se tutto fosse filato liscio, se non ci fossero stati mille infortuni, se non ci fossero stati certi errori clamorosi. Tanti se, tanti ma che non fanno la storia. Oggi Gregucci ha in mano un organico di buon livello per mandare in scena i suoi moduli preferiti: difesa a tre, centrocampo a cinque o a quattro, uno o due attaccanti e all’occorrenza uno o due rifinitori alle loro spalle.

Il tecnico di San Giorgio Ionico deve però dare alla squadra una identità precisa e ricevere dai suoi giocatori la disponibilità totale a lavorare sodo, a soffrire sul campo per recuperare il tempo perduto. Dalla partita con il Padova è arrivato qualche segnale positivo ma anche la conferma che questa squadra fatica a tenere una partita intera su ritmi di gioco accettabili. Deve migliorare quindi la condizione fisica e con essa la capacità di lettura della partita, di gestire al meglio le varie fasi della stessa senza andare in affanno al primo affondo degli avversari. Manco a dirlo è una Salernitana che ha bisogno del sostegno dei tifosi ma quel sostegno dovrà guadagnarselo con le prestazioni. Condizionale d’obbligo, stante la classifica, ma obiettivo ancora ampiamente alla portata della squadra se tecnico, diesse e soprattutto i giocatori sapranno dare il massimo, concentrandosi soltanto su se stessi. Senza pensare al Benevento o allo Spezia o a qualsiasi altra squadra. Non debbono fare altro che dimostrare di meritare di vestire la casacca granata restituendole quella dignità messa a dura prova da qualche prestazione inaccettabile. Prestazioni che appartengono al passato e che Pucino e soci hanno la forza e l’opportunità per farle dimenticare mantenendo in vita un progetto importante al quale il patron Lotito non vorrebbe rinunciare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 febbraio 2019 alle 13:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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