La promessa di lottare per i play off cozza con la realtà dei fatti. La Salernitana, pur terza fino a inizio novembre, non sarà tra le sei squadre che proveranno a centrare il salto di categoria attraverso gli spareggi. Un vero peccato, immaginiamo cosa sarebbe diventato l'Arechi con una Salernitana tra le prime della classe e il centenario che si avvicina a grandi falcate. Vivere di rimpianti, però, non aggiunge punti ad una classifica resa ancora più brutta e deficitaria dai risultati maturati sugli altri campi nell'ultimo fine settimana. Ascoli, Cremonese, Cosenza e Foggia hanno vinto, anche il Carpi ha dimostrato di essere vivo, Soltanto il Padova è condannato alla retrocessione in C, mentre Venezia e Livorno sembrano in crisi: ancor più pesante, dunque, che la Salernitana non le abbia battute approfittando del calo vertiginoso.

Ora è il momento di fare quadrato e non è certo retorica affermare che lo stadio poteva essere un alleato in più. Chi pensa che non sia il pubblico a poter salvare la Salernitana evidentemente non ha vissuto quelle partite in cui, per dirla alla Gregucci, "il pallone in porta è andato da solo". Cittadella, Brescia, Carpi,Foggia, Cosenza, Pescara: tre trasferte di fuoco, una big all'Arechi, due scontri diretti dinanzi a mille spettatori con una squadra mentalmente poco abituata alla lotta. Dare per scontato il raggiungimento di quello che è diventato l'obiettivo sarebbe sbagliato. Celebrare il centenario in C sarebbe il punto più basso della storia.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 aprile 2019 alle 13:01
Autore: Ugo Baldi
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