E' una Salernitana ferita quella reduce dalla brutta sconfitta interna contro la Lazio dell'ex patron Lotito, non tanto per il risultato, quanto piuttosto per la kafchiana condizione nella quale si è ritrovata a scendere in campo. Squadra a dir poco rabberciata e falcidiata dal Covid, con ben 10 positività, con mister Colantuono costretto a fare i salti mortali per scegliere l'undici titolare contro i biancocelesti e a gettare nella mischia giovani della Primavera. La gara, inutile a dirsi, è risultata pressapoco un allenamento per gli uomini di Sarri, già sulla carta ampiamente più forti, in barba al buon senso e allo spettacolo, per i pochi spettatori presenti allo stadio, sentitisi presi in giro di fronte a un simile teatrino. Giocare "tanto per" non fa piacere a nessuno e certo non dev'essere stato un bello spot per il calcio italiano, ma, d'altronde, il protocollo parla(va) chiaro: con almeno 13 giocatori disponibili si può scendere in campo. Ironia della sorte, tuttavia, è che questo protocollo scadrà proprio oggi e sarà sostituito da uno nuovo, che prevede la disputa dell'incontro solo qualora non si superi la soglia del 35% di positivi per squadra. In piena pandemia non è utile disquisire nemmeno sulla decisione di ridurre a 5000 spettatori la capienza degli stadi, ma sicuramente lo scenario ammirato sabato all'Arechi è risultato quanto meno spettrale. 

Unica nota positiva della serata la presenza sugli spalti del neopatron Danilo Iervolino, alla prima da presidente granata. A lui tutti gli applausi e i cori degli sparuti sostenitori presenti sulle gradinate, che non hanno fatto comunque mancare il sostegno e il giusto benvenuto al nuovo numero uno del club. In queste ore si sprecano messaggi al miele da parte dell'intera piazza per Iervolino, presentatosi da vero signore e con le idee piuttosto chiare. Ora, però, niente facili entusiasmi perché occorrerà tempo, dopotutto le rivoluzioni non sono mai state fatte in un giorno. Il popolo granata deve tornare a fidarsi e affidarsi al suo presidente e accogliere a braccia aperte il nuovo progetto, sulla cui bontà potrà pronunciarsi soltanto il tempo. L'obiettivo primario è tentare la salvezza con acquisti mirati sul mercato di gennaio, ma i tifosi non devono perdere di vista l'orizzonte del nuovo programma, che è a medio-lungo termine. La voglia di mantenere la categoria è tanta, ma il lavoro più importante sarà gettare delle basi solide che possano permettere, anche in caso di eventuale retrocessione, una pronta risalita e che possa far entrare stabilmente il club granata nelle prime della classe del calcio italiano. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 gennaio 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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