La tifoseria è divisa. E' divisa tra chi spera ancora in un "miracolo" calcistico e chi invece, a cuor leggero, si è messo l'anima in pace e già pensa alla prossima stagione, ovviamente da protagonista, dopo l'ultima partita andata in scena all'Arechi. La gara con il Torino infatti, che avrebbe dovuto rappresentare il punto di rottura col passato e forse davvero l'ultima chance per Davide Nicola ed i suoi, si è trasformata nella sentenza quasi definitiva di una retrocessione annunciata da tempo ma mai accettata. Una gara dalle grandi aspettative che si è tramutata in una sconfitta amara, immeritata, ma che ha confermato anche tutti i limiti di una squadra costruita male e raddrizzata "alla meglio maniera". E' facile ora addossare tutte le colpe a Walter Sabatini: è vero ha floppato su alcuni giocatori per via delle condizioni fisiche (Fazio e Perotti su tutti) o per via dell'inadattabilità al campionato italiano (Mousset e Mikael), ma fare di meglio, nelle condizioni in cui versava la squadra (tra classifica e nuova società) era davvero difficile.

La gara con il Torino ha dunque messo la pietra definitiva sul campionato di massima serie della Salernitana? Probabilmente si, perchè nonostante le altre arranchino, e non poco, la Salernitana è sempre li, a nove punti dalla salvezza, con due gare in meno. Si doveva vincere in casa con Sassuolo, Bologna e Torino e conquistare 9 punti che avrebbero visto ora la Salernitana a quota 22, alla pari con Genoa e Venezia ed a -3 dal Cagliari, con due gare in meno, ed invece sono arrivati solo tre pareggi, tra cui quello inaspettato con il Milan, e nulla più. Solo un miracolo potrebbe rimettere in corsa la Salernitana: un miracolo chiamato vittoria esterna all'Olimpico, con annesse sconfitte interne di Cagliare Genoa rispettivamente con Juventus e Lazio, condite magari da un pareggio comodo tra Venezia e Udinese. Solo così, con un -6 virtuale dal Cagliari con due gare in meno, a cui aggiungere lo scontro diretto proprio con i sardi all'Arechi, si potrebbe sperare ancora per qualche giornata. Anche perché dopo Roma c'è Genova, sponda Sampdoria, altro scontro diretto nel quale tutto potrebbe succedere. 

Ed allora si fa bene a sperare ancora nella salvezza: perchè l’aritmetica non ci condanna ancora e perché le outsider, diciamoci la verità, non sono tutto questo granché. Ci vuole un colpo un coda, un colpo ad effetto, come la vittoria all'Olimpico domenica prossima: un pizzico di fortuna, qualche episodio e magari un pò di supporto arbitrale, tutte cose a noi sconosciute da oltre trenta giornate a questa parte. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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