La sconfitta immeritata maturata in extremis domenica scorsa a Roma e la notizia della vittoria del Cagliari su un irriconoscibile Sassuolo arrivata durante il riscaldamento avrebbero potuto mettere ko qualunque squadra. Non la Salernitana che, anche grazie alla forza di quasi 600 tifosi, in cinque minuti si è ritrovata sul doppio vantaggio in uno stadio notoriamente ostico per tutti, ma che ha fatto meno paura proprio in virtù della carica del gruppo e della spinta dello zoccolo duro a tinte granata. Ci voleva una prova da grande squadra, stavolta la Salernitana è riuscita nell'impresa. Primo tempo in scioltezza e di qualità, con la parentesi del gol doriano frutto di un rimpallo fortunoso. Poi una ripresa autorevole, di personalità, senza alcuna sbavatura e con un paio di chance per chiuderla definitivamente. Bene così, insomma. Certo, il -9 resta inalterato quando manca una giornata in meno e mercoledì si andrà a Udine senza due perni come Djuric e Mazzocchi a cospetto di un avversario tra i più in forma in Italia, ma da oggi matematicamente salvo e senza più obiettivi di classifica. In più senza Beto infortunato e Molina squalificato, uno dei più forti dell'undici bianconero. Sarà altra finale anticipata, ultima chance per portarsi a -6 con una partita in meno e con un Cagliari atteso dalla trasferta di Marassi - stavolta col Genoa - e che alla terzultima sarà a Salerno. 

Vedere le scene di festa sotto la curva ha emozionato, questa Salernitana lo meritava e, in particolare, il suo presidente. Destinato a diventare il numero uno di sempre, ne siamo fortemente convinti. E anche la squadra mostra qualità che sono superiori alle dirette concorrenti. Siamo felici per Gyomber, tornato ad essere un muro come nel campionato di B. Bravo Radovanovic come difensore centrale, ottima la prova del terzetto di centrocampo, super Mazzocchi a destra mentre ha inciso da subentrante Kastanos che, da uomo e professionista serio, ha dimenticato presto l'episodio di Roma mettendosi a disposione per 25 minuti di qualità e quantità. Il successo di oggi contro una Sampdoria in caduta libera e che non ha alcun motivo per criticare l'arbitraggio (anzi, Valeri è parso severo con la Salernitana e sette gialli per una gara corretta sono troppi) aumenta il rammarico per le mancate vittorie interne contro Spezia, Bologna e Torino. Tutte formazioni alla portata di una squadra che, così da giugno, ad oggi sarebbe serenissima e proiettata al futuro. Nonostante tutto, però, e ritenendo che la gestione estiva degli ex proprietari abbia comunque ritardato la programmazione creando problemi a chi c'era e a chi c'è (non si può obiettivamente fare la serie A con trust, trustee e amministratori e con iscrizione ballerina fino a metà luglio), la Salernitana è ancora in corsa e può giocare ancora per quel 7%.

Invochiamo serenità, da parte di ogni componente. Un passo indietro generale per il bene dei granata. Anche da parte di chi ha rivolto un altro pensiero ai giornalisti generalizzando pericolosamente al posto di godersi la sua prima vittoria dopo tre mesi. Se Fazio è stato criticato  è perchè ha offerto prestazioni insufficienti, gli stessi soloni che oggi attaccano la stampa si sono scatenati su facebook quando hanno letto che oggi era stato riproposto tra i titolari. Nessuno ha messo mai in discussione la forza del giocatore, quanto la sua condizione fisica per una rosa che necessitava di innesti pronti subito. E nessuno discute la carriera e il curriculum del ds. Ma i risultati del campo sono quelli che parlano, il giudizio è sempre frutto del verdetto del rettangolo verde. Che poi Fazio difenda bene, Radovanovic cresca, Ederson e Bohinen siano fenomeni, Sepe pari e Mazzocchi crossi siamo i primi ad esserne felici. Chi ci conosce sa quanto vogliamo bene alla Salernitana. Magari a Udine segnerà proprio Mikael...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print