Si è ormai aperta una nuova settimana, una di quelle che avvicina sempre di più al termine del campionato e alla definitiva resa dei conti. Certo, la strada non è brevissima, e in vetta e in coda alla classifica tutto è ancora aperto. 
Ma per il presidente Daniele Iervolino è già stato tempo di voti e valutazioni, con dichiarazioni molto precise che lo stesso ha rilasciato al quotidiano Il Mattino. Dichiarazioni sulle quali vorrei oggi soffermarmi, cominciando da quel 10 - il voto massimo - dato a città e tifoseria: poteva esser diversamente? Un presidente che, soprattutto in un momento cruciale come questo, si scaglia contro la piazza... ecco, mi sarebbe sembrato un tantino azzardato. Non metto in dubbio che sia una frase sentita, un voto altrettanto sentito anche alla luce dei fatti (perché Salerno ha ancora tifosi veri, e non solo quelli da tastiera, che puntualmente arriveranno a insultarmi), ma il tutto sa anche un po' di frase fatta. Come il classico "faremo la nostra partita" degli allenatori... beh, menomale non si fa la partita degli altri. 
Si prosegue poi con un "8 ai calciatori per il massimo impegno, ma 5 agli stessi per i risultati": forse un mezzo punto in meno, in alcuni frangenti è anche mancato il mordente giusto per svoltare in alcune situazioni. A onor del vero, per i risultati, darei anche un punto e mezzo in meno. 
C'è poi spazio per il Ds Walter Sabatini e mister Davide Nicola, "8 ad entrambi con la possibilità di rivedere il voto a fine campionato". A dimostrazione di quanto si è solo figli dei risultati, quando invece nel calcio servirebbe anche altro, tipo la programmazione nel lungo termine, quella di cui spesso ho parlato ma che, nel progetto campano, alle volte mi è sfuggita. Peccherò sicuramente io di intelligenza, non lo metto in dubbio, ma avrei gradito più chiarezza in merito. 
A proposito: a Sabatini darei un 7 già adesso, confermato. Era chiamato per fare un miracolo, credo ci sia comunque riuscito. Anche per il solo fatto di aver condotto un mercato, quello di gennaio, in fretta e furia ma esser comunque riuscito a portare calciatori alla corte dell'allora tecnico Stefano Colantuono: la classifica piangeva più di adesso, era in atto una ristrutturazione, non era semplice convincere i giocatori ad accettare. Non erano nomi di grido? Nel calcio non è semplice comunque. Un piccolo neo, i tempi di esonero dell'allenatore: fare il mercato con un nuovo profilo - Nicola o chi per lui - sarebbe stato forse più produttivo. Del resto, l'esonero di Colantuono era preventivabile. 
L'intervista del presidente chiude poi con un voto a sé stesso: "Mi do un 8 perché devo e voglio fare molto di più. Devo fare un corso accelerato per capire di più e fare al meglio ogni cosa. Da me pretendo sempre il massimo". Ecco, potevamo partire allora con un più umile 6... rivedibile a fine campionato. 
Ps: a me date pure 4, i motivi li ho già spiegati sopra. Tante cose non le capisco e continuo a non capirle, ma magari, a fine stagione, sarà tutto più chiaro anche a me...

A cura di Claudia Marrone, redattrice di Tuttomercatoweb

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print