A Salerno ha lasciato un pezzo di cuore pur avendo vissuto un anno e mezzo non semplice. Nella prima stagione, da subentrante, ha centrato una salvezza tranquilla con l'organico forse meno competitivo allestito da Lotito e Mezzaroma dal 2011 ad oggi, nella seconda tutto sommato era in linea con i programmi del club e non a caso la situazione precipitò dopo il cambio in panchina frutto anche di un serio problema familiare. Sarà pur vero che la sua Salernitana era reduce da tre sconfitte consecutive anche abbastanza pesanti, ma Stefano Colantuono stava plasmando un gruppo completamente rivoluzionato dal mercato, con tanti giocatori non al top fisicamente e che non avevano svolto la preparazione estiva. Fino a novembre il sogno promozione diretta forse alimentato da eccessive aspettative generali, poi la tripletta di Donnarumma, i primi mugugni del pubblico col Brescia e il ribaltone su cui ha fatto chiarezza pochi mesi fa. Come professionista e come persona, però, il pubblico lo ha sempre apprezzato e non è da tutti lasciare sul tavolo tanti soldi in un calcio ricco di mercenari e privo di uomini Ai microfoni di TuttoSalernitana il mister ha ripercorso alcune tappe della sua avventura confermando di essersi emozionato tantissimo per la coreografia inscenata dagli ultras col Palermo. Si parte, però, dall'emergenza Coronavirus:

Mister, partiamo da questa pandemia che sta flagellando l'Europa e il Mondo intero...

“Credo che la mia considerazione sia quella di tutti. E’ una sciagura terribile, una catastrofe. Purtroppo nessuno poteva aspettarsi una cosa del genere, al di là dell’aspetto puramente economico e sportivo fa sicuramente male piangere tutti questi morti. Sono in contatto con amici di Bergamo e mi dicono che la situazione è drammatica, inimmaginabile anche se i telegiornali fanno report abbastanza eloquenti. Una ecatombe che comporta e comporterà danni inauditi”.

Come cambia la vita di un atleta durante e dopo una sosta così lunga?

“Sicuramente una sosta così lunga può influire sul rendimento. Gli atleti seguiranno delle direttive personali come accade durante la settimana della pausa natalizia, quando ognuno di noi stila un programma personalizzato per i ragazzi. Oggi non è possibile andare in palestra e devi limitarti a fare qualcosina a casa. Chi ha un giardino può lavorare di più, ma è normale che una eventuale ripresa del campionato debba essere preceduta da una sorta di mini ritiro di due settimane che consenta di avere una forma accettabile”.

C'è chi parla di campionati falsati, è d'accordo?

“Chi viveva un momento positivo è stato danneggiato, viceversa chi stava andando male può trarne dei frutti. Non sarà un campionato veritiero, ma sinceramente sto perdendo il mio ottimismo circa la ripresa delle attività. Alla luce delle notizie che arrivano sarà molto dura, ma a mio avviso sarebbe più giusto ultimare tutto. Il problema è: quando sarà possibile ricominciare? Non lo può sapere nessuno”.

E un allenatore come può gestire un gruppo alla ripresa?

“Lo puoi gestire come se fosse una stagione nuova. E’ come se avessi avuto un mese di ferie e ricominci a metà luglio. Qualora si dovesse riprendere saranno necessari quindici giorni di preparazione, poi sarà campionato e la sensazione sarà simile all'esordio in coppa Italia. Fase di rodaggio, forma fisica accettabile ma non ideale ed ottimale. Non è una cosa veritiera, questa sosta forzata potrà danneggiare qualcuno e avvantaggiare gli altri. Chi aveva tanti infortunati potrà schierare la formazione migliore, ma sono tutti discorsi prematuri perché la situazione è surreale e non sappiamo come si evolverà. Il pensiero di oggi potrebbe essere stravolto dai fatti di domani”.

Che soluzione proporrebbe un mister navigato come lei?

“I bonus proposti da Tommasi? Cristallizzare le classifiche può andare anche bene, ma lo scudetto a chi lo dai? Al massimo puoi stabilire l’accesso alle coppe europee…ma le retrocessioni? Le ultime due hanno un distacco più considerevole dalla zona salvezza, ma perché la terzultima non deve giocarsi le sue chance? Per me è giusto finire tutto, altrimenti ci saranno polemiche su polemiche ogni giorno e non si finirà mai. Come ho detto prima è una stagione giocoforza falsata, ma nessuno poteva prevedere questo dramma. Non esiste una soluzione che possa accontentare tutti, tanto vale aspettare anche la fine dell’estate e riprendere senza annullare nulla”.

Cosa ne pensa del possibile taglio degli stipendi ai calciatori? Le parole di Paleari del Cittadella fanno riflettere...

“In un momento di recessione economica, con attività che rischiano di chiudere i battenti, anche noi del nostro mondo dobbiamo fare qualcosa e partecipare. E’ chiaro che non puoi pretendere gli stessi sacrifici tra chi gioca in A e chi milita nelle altre categorie, in Lega Pro ci sono entrate nettamente inferiori e ci sono esigenze quotidiane da tenere in considerazione. Ci deve essere una percentuale adeguata ad ogni situazione singola. Chi, come noi, è privilegiato deve tuttavia  aiutare chi è in difficoltà”.

Apriamo l'angolo amarcord. Cosa non ha funzionato l'anno scorso? Molti calciatori hanno detto che i ribaltoni tecnici hanno avuto un certo peso...

“Sono stati costretti a cambiare perché ho deciso di dimettermi per motivi familiari che ho raccontato di recente. Hanno fatto una scelta, poi ne hanno fatta un’altra sul finire del girone di ritorno. Non posso entrare nel merito su ciò che è accaduto da dicembre in poi, fino al mio addio il percorso era stato buono se rapportato agli obiettivi e alle aspettative. Stavamo attraversando un momento di difficoltà, ma eravamo a 2 punti dai playoff e tutto sommato la Salernitana di quest’anno, alla ventesima giornata, grossomodo i punti erano gli stessi. A volte le squadre hanno bisogno di un minimo di rodaggio, la differenza è che quest’anno i granata sono stati più continui e occupano posizioni importanti di classifica”.

Dove può arrivare la Salernitana qualora si ricominciasse?

“Il campionato dimostra che la Salernitana è sempre stata nel giro dei playoff, se dopo tante partite sei lì vuol dire che hai un organico all’altezza della situazione. Non ci voleva questa interruzione, alla ripresa non sarà tutto uguale. Non guarderei le prime due posizioni: il Benevento è in A, il Crotone ha sette punti di vantaggio sulla Salernitana e servirebbe un filotto per alimentare una speranza. Arrivare con un buon piazzamento agli spareggi sarebbe comunque fondamentale, anche perché la gente sarebbe il valore aggiunto e farebbe la differenza”.

L'opinione pubblica criticò Colantuono quando volle Djuric, oggi il rendimento del bosniaco è eccellente. E' anche una sua vittoria, è d'accordo?

“Fa parte del gioco. Quando prendi un giocatore può capitare che abbia un momento di difficoltà. E’ vero che l’ho voluto, ma sapevo benissimo non fosse il bomber da 25 gol a campionato. Aveva già giocato in Italia e le sue caratteristiche mi erano note. Ha qualità interessanti: fa a sportellate, fa salire la squadra, consente di cambiare atteggiamento tattico. Ebbe un avvio problematico anche per noie muscolari, chi ha una mole così importante deve aspettarlo e lo mette in conto. Mi fa piacere stia dimostrando il suo valore, anche nel finale dello scorso campionato diede una mano. Mi hanno buttato la croce addosso per quella scelta, ma i meriti sono del ragazzo. Io mi sono solo permesso di suggerirlo alla società, tra i profili che cercavamo era uno dei migliori e non a caso dall’Inghilterra spesero tanti soldi per acquistarlo dal Cesena”.

Perchè a Salerno è così difficile lottare per la promozione?

“Andare in serie A è difficilissimo per tutti, non solo per la Salernitana. L’Empoli, fino a qualche settimana fa, rischiava di ritrovarsi a disputare i playout. La Cremonese ora deve pensare a salvarsi ma sapete benissimo quanti investimenti abbia fatto. Il Frosinone ha avuto un percorso abbastanza frastagliato. La B è complicata, quando carichi tutto di aspettative le difficoltà aumentano e se la squadra non ha personalità fa fatica. Quando ho vinto con l’Atalanta non è stata una cavalcata trionfale, passammo da sconfitte e classifiche che ci vedevano fuori dai playoff o sesti ben distanti dalla seconda. Se mantieni la calma è inevitabile che le qualità vengano fuori. Se diventa una ossessione non vinci, non a caso chi veniva dalla Lega Pro ha fatto il doppio salto perché hanno abbinato serenità ed entusiasmo”.

C’è qualche collega giovane che l’ha favorevolmente impressionata?

“So che parlano benissimo di Dionisi, ma se il Venezia non si salva? Come dice il proverbio “bisogna attaccarsi alle medagliette”, l’alibi del bel gioco è l’alibi per chi non riesce a vincere. Il nostro mestiere prevede il raggiungimento del risultato. Italiano, dopo un periodo complicato in cui si parlava addirittura di esonero, si è ripreso e lo Spezia gioca un buon calcio. Non dimentichiamoci, però, che gli esperti alla fine diventano quasi sempre una sicurezza. L’Empoli ha avuto un percorso particolare, ma è arrivato Marino e ha rimesso a posto le cose. E la Salernitana, in panchina, ha l’esperto per eccellenza. Chiaramente menziono Inzaghi che, pur avendo già alle spalle 3-4 campionati anche importanti, è un allenatore giovane come Nesta”.

La prima cosa che farà Colantuono quando finirà la pandemia e potremo muoverci liberamente?

“Farò una bella pedalata, sono un amante della bicicletta. Un paio d’orette, minimo, poi una corsetta sul lungomare. Ho visto tante partite negli ultimi tempi e mi tenevo aggiornato, ma erano le due attività a cui mi dedicavo maggiormente”.

Sezione: Esclusive TS / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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