“Già la stecca del cantante durante l’inno nazionale non fa presagire nulla di buono, anche un bravo artista è stato costretto ad interrompersi per poi ricominciare. Quanto al campionato, hanno trovato il rimedio più infelice. Bisognava a tutti i costi ricominciare a giocare perché non hanno avuto il coraggio di prendere il toro per le corna prendendo decisioni forti, c’è  stato molto tempo per ragionare bene e concentrarsi sulla riforma dei campionati che avrebbe sistemato molte cose.  Ci sarebbero state promozioni e retrocessioni, in C ci sarebbero state meno polemiche. Mi sembra che vogliano salvare le poltrone e non il calcio, qualcuno vuole prendere consensi per non perdere il comando del Consiglio Federale. Ora hanno ammorbidito il protocollo sanitario per non interrompere nuovamente la stagione in caso di positività di un atleta, a mio avviso però non si risolve nulla. I problemi dello sport partono da lontano, ci sono deficit a tutti i livelli e anche in A ci sono obiettive difficoltà. La Lega Pro ha perdite superiori ai 120 milioni di euro, il pallone non potrà andare avanti fino a quando non ci saranno presidenti decisionisti che facciano riforme serie. Saremo sempre legati alle televisioni, con la speranza che non si stanchino anche loro e che continuino a finanziare il nostro sport preferito”. Questo il duro commento del dirigente sportivo Vittorio Galigani alla redazione di TuttoSalernitana.

L’ex Potenza prosegue così, con un'analisi durissima ma condivisibile: “Il decisionismo non appartiene ai vertici del calcio italiano, a tutti i livelli. C’è la volontà di conservare il fondoschiena sulla poltrona, non si salvare lo sport. I giornalisti hanno diritto e dovere di fare informazione, abbiamo visto tutti quello che è successo per la coppa Italia: calciatori che si abbracciavano, presidenti federali che si distanziavano e la grande festa al lungomare a Napoli. A Torino avrebbero fatto la stessa cosa. Si è scatenato il putiferio, ci dovevano pensare prima. Non siamo capaci di comprendere se effettivamente ci siano pericoli o meno. Bisognava fare una distinzione tra le regioni. Vivo in Puglia da una vita, siamo stati chiusi in casa e attenti per mesi, i contagi sono decisamente limitati così come in Campania grazie all’opera di protezione di De Luca. Bastava aprire una parte dello stadio garantendo le distanze, un pasticcio all’italiana che si commenta da solo. L’inesperienza del Ministro dello Sport si è evidenziata, ogni giorno una decisione diversa: gioco-non gioco, retrocedo-non retrocedo. Ghirelli non è idoneo per fare il presidente delle Lega Pro, l’ha portata allo sfascio. Avere squadre che non vogliono partecipare ai playoff è la fotografia ideale della situazione, vedremo in futuro quanti club si iscriveranno se davvero faranno rispettare i parametri. Anche la lotta retrocessione è stata condizionata, c’è un regolamento che prevedeva gli spareggi solo in caso di un certo distanziamento. Non è stata garantita questa norma elementare, il Picerno ha 14 punti di vantaggio sul Bisceglie e deve spareggiare mentre 10 giorni fa erano tranquilli e non si sono più allenati. Che stimolo possono avere i giocatori? Non si può andare avanti così”.

Infine sulle prospettive future dei granata: “Da amante del calcio spero in una Salernitana protagonista. Certamente l’assenza dei tifosi sarà un danno, esistono poche curve in Italia trascinanti come quella dell’Arechi. Una componente penalizzante, pur con un bravo allenatore e una rosa di livello. Dopo tre mesi di stop sarà una incognita per tutti, l’Ascoli ha preso tre gol in casa e dovrà lottare per non retrocedere. La stessa Juventus non ha attaccato la spina e ha sofferto con Milan e Napoli, basta vedere come hanno calciato i rigori. La mente conterà più della tattica”.

Sezione: Esclusive TS / Data: Sab 20 giugno 2020 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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