Pareggio amaro, che brucia ancora negli occhi e nei cuori dei 28.000 sugli spalti, ma probabilmente ancor di più negli occhi di Nicola e dei calciatori granata. Analizziamo la gara partendo dalle statistiche: possesso palla in parità, cosi come i corner, i dribling, tiri in porta, con leggera prevalenza dei granata sui tiri totali (13 a 9). Meglio il Cagliari sulle corsie, con 25 cross a 18, mentre in mezzo al campo le linee di passaggio sono state pressochè le stesse (273 per la Salernitana, 293 per i sardi). Statistiche che testimoniano un equilibrio specchio poi del risultato finale. 

Analizziamo ora le formazioni: Agostini non cambia modulo e conferma le sensazioni della vigilia: torna al centro della difesa l'ex capitano Ceppitelli con Lovato e Altare ai suoi lati; sugli esterni con Bellanova c'è Lykogiannis e non Dalbert, con la cerniera centrale composta da Rog, Deiola e Grassi, in estate scorsa vicinissimo ai granata. In avanti altra conferma della vigilia: c'è Pavoletti con Joao Pedro, per sfruttare il gioco aereo dei sardi. Nicola risponde con Radovanovic al centro con Fazio e Gyomber, sulla destra c'è Mazzocchi mentre sulla sinistra il ristabilito Ruggeri. I tre tenori a centrocampo non si toccano ed allora avanti con gli inossidabili Bohinen play basso, Ederson e Coulibaly interditori ed incursori; in avanti, in appoggio al capitano Milan Djuric c'è Simone Verdi, on fire nelle ultime giornate. 

Passiamo ora all'approccio: Nicola prova a partire con lo stesso approccio fin qui dimostrato, ma non fa i conti con la stanchezza dei suoi e con un tecnico voglioso di dimostrare subito la sua mano e che si è evidentemente studiato affondo la Salernitana. Dopo i primi cinque minuti classici nicoliani, il Cagliari ha preso possesso della gara, andando a togliere fiato e linee di passaggio alle principali fonti di gioco granata, ovvero Radovanovic, Ederson e Bohinen. La squadra sarda infatti pressava alta e prendeva uno contro uno Radovanovic con Pavoletti, impedendo all'ex Genoa di impostare dal basso, e lasciando solo Gyomber scoperto che, si sa, non ha i piedi per impostare. Rog e Grassi erano ad uomo su Bohinen e Ederson, mentre i due esterni spesso ripiegavano al centro per coprire su Verdi quando andava in mezzo al campo. Non a casa le uniche strade che trovava la Salernitana erano con Mazzocchi, che scendeva di piu rispetto a Ruggeri costretto a tenere a bada sia Bellanova che Deiola, molto attivi in fase offensiva. Nella ripresa il discorso di Nicola negli spogliatoi ha sortito l'effetto giusto, ulteriormente amplificato dalle forze fresche, anche perchè Bohinen non ne aveva piu, dopo il recupero di 40 metri nel primo tempo. Kastanos ha dato vivacità ed il suo strappo era l'unica chiave per aprire la difesa avversaria. Djuric, martellato per tutta la gara da Lovato e Ceppitelli, uscendo ha fatto abbassare troppo la squadra, che con Bonazzoli non aveva più la giusta profondità e cosi il Cagliari ha trovato coraggio e avanzato il proprio baricentro, anche grazie all'impatto positivo di Baselli, che si è posizionato nella trequarti granata anzicchè davanti alla difesa. 

Nicola paga dunque la stanchezza dei suoi e qualche errore nella ripresa, in termini di tempi e modi della sostituzioni: la penuria di centrocampisti non ha permesso di far rifiatare anche Coulibaly, arrivato stremato a fine gara, e Ederson, palesemente in debito d'ossigeno. Forse in una gara come questa un posticino per Mikael nel finale poteva starci, anche perchè rispetto a Perotti poteva di fisico farsi sentire contro i tre centrali sardi che hanno giocato una gran partita. 

Sezione: Esclusive TS / Data: Lun 09 maggio 2022 alle 14:00
Autore: Roberto Sarrocco
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