“Cerco di far prevalere sempre il buonsenso, sono contrario a tutto questo allarmismo che crea ansia. E’ vero che c’è un numero più elevato di positivi, ma il numero dei tamponi è aumentato a dismisura e nessuno sottolinea questo aspetto. A marzo e aprile i titoloni si soffermavano sul numero di deceduti, oggi i morti sono pochissimi e quindi spostano l'attenzione sui contagiati. Dimenticando che un positivo non è un malato. La stragrande maggioranza non ha sintomi, i ricoverati in terapia intensiva purtroppo hanno già altre patologie. Oggi sappiamo cosa dobbiamo fare, è una malattia che possiamo curare. Non può essere prevenuta, il vaccino non è stato ancora prodotto, ma negli Stati Uniti sono già arrivati all’immuno-profilassi basandosi e 35mila operatori sanitari hanno “sfruttato” gli anticorpi dei soggetti guariti. Stiamo sbagliando l’approccio mentale nei confronti di questa epidemia”. Così il noto virologo Giulio Tarro intervistato in esclusiva dalla redazione di TuttoSalernitana.

In questo clima di grande confusione e allarmismo (al punto che oggi basta svegliarsi con un po' di tosse o decimi di febbre per andare nel panico, manco fossimo a cospetto di una pestilenza) c'è ancora qualcuno che, pur predicando prudenza, riesce a far passare un messaggio volto alla serenità e all'equilibrio. Tarro prosegue così: “A luglio siamo stati l’unica nazione al mondo che ha aggiunto restrizioni rispetto al resto d’Europa, addirittura Conte prolungherà lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio. Mi sembra più un fatto politico che scientifico. Proprio oggi ho ricevuto una email in cui si evince che i tamponi possano dare fino al 95% di falsi positivi, di che stiamo parlando? Ognuno si diverte a dare i numeri, come se stessimo giocando al Lotto. Il Genoa ha disputato la partita di Napoli con numerosi contagiati, ma nessun calciatore azzurro ha contratto il coronavirus pur avendo avuto contatti estremamente ravvicinati con l'avversario: non è una indicazione? Ci siamo dimenticati che un conto è misurare il sangue negli anticorpi, un altro è affidarsi ad un tampone che ha un’alta probabilità di sbagliare. All’inizio la mascherina doveva indossarla soltanto il contagiato e forse i medici, oggi siamo produttori di milioni di mascherine ”. “

Sul vaccino e sugli scenari futuri: "Ci vogliono i tempi necessari, almeno 18 mesi, e non sappiamo se sarà efficace e sicuro. Ogni cosa va fatta nell’ambito di una certa ottica, dopo la Sars non mi sembra abbiano previsto un vaccino. Siamo a cospetto di una epidemia, in corso, ma il clima di allarmismo non aiuta nessuno. Se la sieroterapia può aiutare, come dimostrano gli Stati Uniti, perché non sfruttarla appieno? Abbiamo tutto per gestire e curare il Covid”. Infine sulla riapertura degli stadi: “Perché dobbiamo essere diversi dagli altri? Far entrare mille persone in uno stadio come il San Paolo o l’Olimpico è ridicolo. Manteniamo la distanza, in impianti capienti possono entrare tranquillamente 30mila spettatori”. “

Sezione: Esclusive TS / Data: Ven 02 ottobre 2020 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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