Un napoletano che, da ex, sbaglia il rigore contro l'Avellino sotto la curva Sud della Salernitana pochi mesi prima di firmare con la Casertana. Sembra la trama di un film, è quanto accadde ad Antonio Zito nel 2018 in un derby infuocato e che i granata vinsero in scioltezza. "Forse è stata una fortuna, la mia salvezza. Sarebbe venuto il finimondo se avessi segnato" afferma l'ex centrocampista sorridendo ai microfoni di TuttoSalernitana, ricordando che "due anni prima venni a Salerno da avversario e disputai una buona partita, ma non avrei mai potuto immaginare che quello sarebbe diventato il mio stadio. C'erano 25mila spettatori, i cori della curva erano impressionanti e davano una spinta incredibile alla squadra. Ancora oggi mi arrabbio se ripenso a quanto fatica facemmo per salvarci, ma almeno evitammo una retrocessione del tutto immeritata per un popolo come quello granata che non ha eguali in Italia".

Lo dice con sincerità, Zito, senza aggrapparsi a tutte quelle frasi retoriche e ridondanti che popolano il mondo del calcio e che sanno tanti di ipocrisia. Lui, invece, spicca per sincerità e non ha problemi ad ammettere che "arrivai con un pizzico di paura, perchè ero napoletano ed ex Avellino. Forse qualcuno pensava che non avrei svolto il mio lavoro con professionalità e attaccamento alla maglia. Ma quando scendi in campo, vedi quella curva e gente che vive per la Salernitana, non puoi innamorarti. Ho giocato in tante piazze prestigiose, ma l'unica che mi ha rapito il cuore è stata la vostra. Ho fatto di tutto per non andare via il terzo anno, quando si parlava di un mio trasferimento. La curva cantava il mio nome, sono cose che non potrò mai dimenticare e non hai nascosto il mio sentimento per Salerno nemmeno quando ero a Caserta". Già, perchè fu l'unico a non partecipare al coro "chi non salta è di Salerno", una scelta quasi coraggiosa in un contesto ambientale infuocato e che gli ha "perdonato" quella dichiarazione d'amore per il cavalluccio solo perchè ha disputato ottime stagioni: "Mi ritrovo in D al Picerno, ho sposato il progetto anche grazie alla presenza in panchina di un professionista esemplare come Ginestra che, secondo me, ha un futuro roseo da allenatore. A Caserta ho fatto un sacco di assist e qualche gol, ma il calcio va così. Anche quando andai via da Salerno ero triste, ma ci sono scelte societarie e dinamiche calcistiche che vanno accettate in modo professionale".

Ora la Salernitana è lassù "ed è doveroso che i tifosi si godano il momento. Non so se avrei scommesso sul primo posto dopo 14 partite perchè ci sono tantissime squadre di valore, ma la Salernitana sta meritando di essere la capolista e ha un allenatore che ha sempre fatto giocar bene le sue squadre. Vorrei spendere una parola anche per il direttore sportivo Fabiani. Si può dire tutto, ma in questi anni ha portato giocatori di nome e di valore a Salerno: non ha colpa se poi non rendono per quelle che sono le aspettative. E' uno che soffre molto quando le cose non vanno per il verso giusto, ci mette la faccia e assorbe le critiche come pochi altri. Ci terrebbe tantissimo a vincere il campionato di serie B a Salerno". 

Infine sulla sua carriera: "Sono consapevole che potevo fare molto di più, obiettivamente ho qualche buona qualità e l'ho dimostrato in B e in serie C. Già da ragazzino, però, avevo una certa personalità e non tutti riuscivano a reggerla. Ho condiviso con Mariotto una esperienza intensa a Benevento, tantissimi addetti ai lavori erano convinti che avessi diversi anni di A nel mio destino. E' andata diversamente, la non posso vivere di rimpianti perchè ho indossato maglie gloriose. La più importante? Quella della Salernitana, la mia squadra del cuore. Vi seguo sempre, sono uno di voi. E a giugno voglio venire a festeggiare la promozione". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Mer 23 dicembre 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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