Un ricordo agrodolce, una domenica che resterà a lungo scolpita nel cuore e nella mente dei tifosi. Esattamente 14 anni fa lo stadio Arechi ospitava 25mila spettatori per la semifinale d'andata playoff tra la Salernitana di Stefano Cuoghi, protagonista di una grande rimonta e agevolata dalla penalizzazione inflitta al Teramo del compianto Malavolta, e la corazzata Genoa in caduta libera e apparsa in debito d'ossigeno già nel riscaldamento. Conferma del fatto che spesso il pubblico si aggrappa ad ogni sorta di scusa, il grande evento richiamò sugli spalti una marea di persone. Le stesse che, fino a qualche settimana prima, ritenevano legittimo disertare "perchè la vera Salernitana è morta con Aliberti, questa ha la palla di pezza e non ha nessuna storia". Ad ogni modo gli ultras della curva Sud, quelli che non abbandonarono mai la prima realtà calcistica cittadina accompagnandola in un percorso ricco di difficoltà dopo il fallimento targato Aliberti, seppero dare spettacolo ammutolendo la torcida ligure e quei napoletani che erano "infiltrati" in curva Nord e cantavano contro Salerno in virtù del gemellaggio con i grifoni. Due coreografie mozzafiato, cori assordanti fino al 95', una bolgia infernale che seppe trascinare una Salernitana tecnicamente inferiore, ma che sfruttò al massimo il fattore dodicesimo.

Cross di Scotti, girata di Ferraro e Arechi in visibilio alla mezz'ora del primo tempo, nella ripresa il centravanti siciliano siglò la pregevole doppietta smarcato magistralmente da Giorgio Di Vicino. Le capriole sotto la curva e la corsa sotto i distinti sono immagini che mettono i brividi ancora oggi, peccato soltanto che Araboni sprecò l'occasione per chiudere la contesa e archiviare la pratica in anticipo. Protagonista assoluto divenne improvvisamente l'arbitro Velotto che, dopo aver fermato alcune ripartenze pericolose per fuorigioco inesistenti, regalò al Genoa un calcio di rigore trasformando il tuffo dell'ex Rossi in un penalty che, di fatto, indirizzò la promozione in B dei ragazzi di Preziosi, Vavassori e Fabiani. Stellini spiazzò Ambrosio, ancora oggi c'è la consapevolezza che una terna all'altezza non avrebbe frenato lo strapotere dei padroni di casa. 

Sezione: News / Data: Gio 28 maggio 2020 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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