In queste ore così difficili per tutt'Italia è diventato praticamente impossibile trascorrere un po' di tempo sui social network. Se prima facebook era fonte di sfogo per tante persone convinte che il web desse ampio respiro alle più basse frustrazioni, oggi ancor di più si riscoprono tutti esperti di virologia, epidemiologia, medicina, economia e psicologia arrogandosi il diritto di giudicare qualunque cosa forse perchè hanno la tasca piena e non hanno esigenza di capire fino in fondo quali danni stia provocando il virus sotto tutti i punti di vista. La nostra redazione, ancor prima che si decidesse per la chiusura totale, rimarcava che lo sport aveva l'obbligo di fermarsi quantomeno per riflettere, per capire se gli atleti fossero immuni a tutto ciò o se, al contrario, da personaggi a contatto col pubblico rischiassero involontariamente di contagiare tifosi, giornalisti e familiari.

In un contesto drammatico e totalmente nuovo e inaspettato, tuttavia, ci sono persone che stanno continuando stoicamente e tra mille difficoltà a fare il proprio mestiere. I medici, anzitutto. Le forze dell'ordine, gli infermieri, gli addetti alle pulizie, i vigili del fuoco, tante persone che hanno scelto di svolgere un lavoro rischioso a stretto contatto con il dolore e che stanno fornendo un grosso contributo. Nel proprio piccolo, però, tutti stanno cercando di lavorare e per questo prendiamo le distanze da quelle persone decisamente ignoranti che quasi accusano il giornalista sportivo di parlare di calcio, mercato, tattica e tecnica in un momento di emergenza. Francamente rispediamo al mittente le frasi retoriche e prive di ogni logica. Anzitutto svolgere quotidianamente il proprio compito, nel rispetto degli sponsor e di quanti hanno scelto di seguirci, è un atto di responsabilità che non ci sottrae da un dolore interiore per quanto accade. Nessun cinismo, nè scarso senso di responsabilità, anzi la voglia di distrarre un po' le persone dalla drammatica routine quotidiana affrontando comunque l'argomento dell'anno con gli addetti ai lavori e gli ex calciatori.

Fornire un servizio gratuito, lavorare in condizioni complicate e raccontarvi ogni giorno quanto accade con notizie ogni mezz'ora non è insensibilità e riteniamo che tutte le persone che si alzano al mattino e portano a termine le proprie mansioni meritino rispetto. Legittimo non aver voglia di parlare di calcio in questa fase, ma nessuno obbliga ad aprire gli articoli o a commentare in modo gratuitamente ostile. Non siamo eroi che salvano le vite, ma riconosciamo allo sport il ruolo di fondamentale veicolo sociale e, con tanta  gente a casa che rischia di cadere nello sconforto, siamo orgogliosi di potervi distrarre anche solo per un minuto ricordando il gol di Di Napoli o raccontandovi l'aneddoto di mercato. Chi non arriva a fare un ragionamento così elementare ben venga non sia fruitore del nostro servizio. 

Sezione: News / Data: Ven 03 aprile 2020 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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