E se la coda playoff non fosse nel deserto? La speranza si rincorreva ieri, dopo il via libera del Governo all’apertura ad “almeno il 25% della capienza” dello stadio Olimpico per l’Europeo del prossimo giugno. Un mese prima c’è la post season di serie B e la suggestione di non giocarla nel silenzio spettrale stuzzica le società, non tanto dal punto di vista economico, visto che se a Roma saranno disponibili 17mila biglietti (su 70mila potenziali) tra i cadetti si parlerebbe di cifre poco più che simboliche, quanto perché significherebbe rivedere uno squarcio di luce in fondo al tunnel imboccato ormai più d’un anno fa. Certo, nulla sarà come prima - almeno adesso, tra qualche mese chissà - e però già (ri)portare negli stadi vuoti le voci di mille anime, come accadde a ottobre prima del nuovo stop del Governo per l’inizio della seconda ondata di contagi, potrebbe rappresentare un punto di ripartenza. Da ammettere come? Probabilmente utilizzando il criterio che la Salernitana ha varato da questa settimana per gli accreditati nelle gare a porte chiuse. E cioè: vaccinati (da queste parti sono ancora pochini) o negativi al tampone nelle 36 ore precedenti. Una forma di tutela per sé e per gli altri che, unita ovviamente alle regole del distanziamento sociale (all’Arechi è molto semplice applicarlo) e all’obbligo di mascherina, garantirebbe - per usare un’espressione molto in voga - una riapertura in sicurezza anche al pubblico pagante.

La Lega B, da cui trapela apprezzamento per la linea tracciata dalla società granata sullo screening promosso per gli ingressi, si dice possibilista. E anche fiduciosa. Tranquilla sul fatto che il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, sieda al tavolo con il Governo in rappresentanza di tutti, non soltanto della serie A che ha subito rilanciato il grido «sì a mille tifosi allo stadio» una volta saputo che il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali aveva firmato il via libera per l’Olimpico riaperto nelle partite dell’Europeo. Insomma, compatibilmente con la situazione epidemiologica e lo stato della campagna vaccinale (va da sé che su entrambi i punti nessuno osi sbilanciarsi adesso, visti i precedenti) potrebbe prefigurarsi una post season cadetta (non solo playoff, ma anche playout) con una piccola percentuale di spettatori sugli spalti. L’Arechi, ch’è uno degli impianti più grandi della B, si prepara all’eventualità. La premessa, scontata, è che la Salernitana, oggi in lotta per la promozione diretta in serie A, essendo a -1 dal secondo posto del Lecce, gli spareggi di maggio sogna di non disputarli affatto, però se ciò accadesse sarebbe ben felice di farlo “accompagnata” dal calore almeno d’una piccola rappresentanza dei suoi tifosi. I tempi sono stretti ma la possibilità che, nel mese d’una annunciata (o almeno auspicata) rinascita, a maggio, anche il pallone possa ritrovare la componente che più è mancata al tempo del Covid, è tutt’altro che remota. «Basterebbe fare un tampone a settimana per stare più tranquilli e riaprire stadi, cinema e teatri. Se il calcio sta andando avanti con questo protocollo, perché non estenderlo?», aveva detto lunedì sera a Telecolore il ds granata Angelo Fabiani. Ora la strada tracciata dal club di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma potrebbe essere la linea guida per “salvare” almeno i playoff dal deserto.

Sezione: News / Data: Ven 16 aprile 2021 alle 11:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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