Sconfitta amara quella in terra ligure, ricca di rimpianti ma soprattutto di certezze, nel bene e nel male. Partiamo dal lato positivo: la Salernitana torna dalla trasferta di La Spezia con la speranza di aver ritrovato finalmente il suo bomber, Nwankwo Simy. Il centravanti ex Crotone, al di la del goal di pregevole fattura, è andato vicino alla rete in altre occasioni ma soprattutto ha giocato con la squadra e per la squadra. La condizione sembra finalmente essere tornata quella dei bei tempi di Crotone, quando gonfiava le reti a ripetizione e senza distinzione di avversario. Poi lo Spezia, si sa, è uno dei suoi bersagli preferiti, che lo esalta, come nell'occasione del tunnel col tacco. Altra conferma è sicuramente Strandberg: il centrale norvegese sta dimostrando di essere un giocatore di elevata caratura, partita dopo partita, intervento dopo intervento. Chiusure, marcature, tenuta del tempo di uscita, insomma Strandberg è un vero e proprio leader difensivo, l'unico in grado di tenere in piedi una difesa che scricchiola da ogni lato. L'esperienza internazionale maturata in giro per l'Europa e con la nazionale norvegese lo rendono un giocatore completo sotto tutti i punti di vista, con piedi educati e buona lettura dei tempi. 

Ma la gara di La Spezia ha confermato anche alcune certezze negative: prima su tutte il calo della Salernitana nella ripresa e soprattutto nei venti minuti di gioco della seconda frazione di gare. La Salernitana ormai ci ha abituato a delle riprese di gioco fievoli e senza mordente, che calano alla distanza ed espongono la squadra ad un numero sempre maggiore di pericoli. Se con Genoa e Verona ci è andata bene, tra legni e miracoli di Belec, con lo Spezia non è stato sicuramente cosi. Seconda certezza negativa è la panchina: e non per le assenze di oggi, ma proprio per la mancanza di alternative in grado di cambiare le sorti di un match. Oltre Kastanos e Ribery, in mediana nessuno ha nei piedi quell'estro in grado di cambiare l'inerzia della gara. In avanti poi, Bonazzoli a parte, nessuno è in grado di puntare l'uno-contro-uno e saltare l'uomo. La Salernitana deve invertire la rotta e per farlo deve lavorare sulla testa dei giocatori e, a gennaio, sul taccuino di Fabiani, per regalare a Castori, o a chi sarà al suo posto, una squadra in grado di giocarsi realmente la permanenza nel massimo campionato. 

Sezione: News / Data: Sab 16 ottobre 2021 alle 22:30
Autore: Roberto Sarrocco
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