Astinenza dal gol. Nella Salernitana uscita sconfitta dal Penzo di Venezia pesa come un macigno la mancanza di squilli da parte dei propri attaccanti. Perché, mentre l’ex Bocalon si dimostrava implacabile indirizzando verso i suoi arancioneroverdi l’intera posta in palio, per la truppa di Ventura c’è da fare i conti con la sfortuna. Chiedere a Niccolò Giannetti, protagonista nel primo tempo ma fermato dai legni. E quando l’ex Livorno è riuscito a gonfiare la rete, ci ha pensato una discutibile chiamata arbitrale a strozzare l’urlo di gioia prolungando l’astinenza dal gol del numero 32 granata. Gioia personale riassaporata solo per un attimo e che manca dal debutto in campionato con il Pescara, quando in coppia con Jallow illuminò l’Arechi accendendo le fantasie dei tifosi. Ora per l’attaccante scuola Juve, titolarissimo con Ventura e sempre in campo se si esclude il pit-stop con il Cosenza, il digiuno ha superato quota 500 minuti, con il 24 agosto data della prima e ultima gioia come Lamin Jallow. Il gambiano in Veneto è ritornato in campo dopo il problema al ginocchio rimediato durante gli impegni con il Gambia e accentuato con il Benevento, con il rischio di un’operazione accantonato dopo una terapia conservativa. Nello spezzone con il Venezia ha provato a cambiare passo ad una Salernitana innocua nel secondo tempo, ricevendo gli applausi di Ventura, che ora si affida agli strappi dell’ex Chievo per riaccendere il suo attacco. «Finalmente sono ritornato in campo», il messaggio di Jallow sul proprio profilo Instagram, mettendo nel mirino il Perugia «per continuare a migliorarci». Il gambiano insidierà verosimilmente Milan Djuric, provando a riprendersi il ruolo di spalla di Giannetti come in avvio di stagione. Il bosniaco è l’ultimo della batteria del reparto offensivo granata ad aver timbrato il cartellino con il primo e unico squillo stagione ma pesantissimo nel recupero di Livorno.

Al Penzo, dove strappò la riconferma estiva con la stoica sfida di ritorno del playout davanti agli occhi di un compiaciuto Claudio Lotito, il gigante ex Bristol ha fatto il solito lavoro sporco senza però riuscire mai a rendersi pericoloso verso i pali di Lezzerini. A secco di minuti invece c’è Cedric Gondo, mentre Ventura aspetta e spera di poter riabbracciare presto anche Alessio Cerci, il pupillo che per tecnica e classe potrebbe accendere la luce. Questo il succo di un attacco che nelle prime otto giornate di serie B ha realizzato quattro dei dieci gol complessivi, guardando il rigorista Kiyine accaparrarsi per il momento la palma di capocannoniere con i tre penalty su tre realizzati. «Il mister ci chiede tanto sacrificio soprattutto in fase difensiva perdendo in lucidità», la difesa di Giannetti subito dopo la sfida con il Frosinone, seguito dal «nessuno in rosa è un attaccante da 25 gol» ammesso da Ventura. Eppure le dieci reti realizzate nelle prime otto giornate rappresentano una costante delle avventure in serie B della Salernitana targata Lotito-Mezzaroma. Quella di Ventura ha eguagliato le squadre guidate da Bollini (2017-2018) e Torrente (2016-2017). Una rete in più rispetto a quella della scorsa stagione guidata da Colantuono.

Sezione: News / Data: Mar 22 ottobre 2019 alle 13:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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