A Salerno il tempo sembra essersi fermato, a Salerno il tempo è soprattutto un pareggio: tutto inizia, tutto si conclude, tutto resta uguale, o quasi; la Salernitana, contro la gerontoreggina, pare quella di sempre: lenta, impacciata, volenterosa ma è la prima dopo tanto tempo, lo sappiamo, ce lo stanno dicendo da settimane. Da troppo la Salernitana è un condominio dove si litiga, si strepita, si denuncia, si denigra, si inciucia, non c'è giorno di pace ma solo di guerra, che venga Tutino o torni Casasola non cambia nulla. La partita, contro una squadra assai esperta e di buona tecnica, era difficile, Castori, pure lui contestato, ha messo una formazione che per il momento si arrangia a stare in campo, arranca, non si riconosce, va a tentoni (Tutino il giorno prima firma quello dopo gioca) e mentre sta per perdere quasi vince su tiro a porta vuota a pochi istanti dalla fine. C'è tanto da lavorare, è il mantra ossessivo ripetuto dagli allenatori quando le cose vanno male o vanno troppo bene; ci si augura che il pareggio non stia titillando già l'isteria che non risolverebbe alcun problema del condominio. D'altra parte mister Castori in conferenza stampa aveva detto: «So che c'è una contestazione, so che la tifoseria è delusa per il mancato approdo ai playoff, ma so anche quanta passione ci sia in questa grande piazza. Rispetto tutte le prese di posizione, io faccio l'allenatore di calcio e devo andare avanti per la mia strada».

Facciamo finta che sia cominciato, sì, ma non ancora seriamente, il punticino è un minuscolo start, roba da niente ma meglio che niente; diciamo che, forse, in questo momento non c'è bisogno di alluccare."Non esistono colpe, dobbiamo solo cercare di fare le cose fatte bene. In campo ci sono anche gli avversari, se sono forti e in un duello riescono ad avere lo spunto, non possiamo cercare colpevoli", lo ha detto Riccardo Bocchini, vice di Castori. Discorso cristiano più che giuridico, nel senso che accusare ogni volta altri di aver commesso atti impuri diventa il gioco dei deboli, degli irrisolti. Il problema è che i tifosi sono terrorizzati dagli ultimi, miserabili anni passati tra lunghe agonie, flebili speranze e tonfi rumorosi che ancora si sentono; decine di calciatori presi in prestito e destinati a fallire e a sparire non da Salerno ma dal calcio. La paura è che ci sia il solito galleggiamento tra la vita e la morte, che l'acqua arrivi al mento prima di fermarsi per poi tornare a salire l'anno dopo; non si vede il futuro, insomma, ma solo un presente precario.La partita contro la geriatrica Reggina è una bozza, una prima stesura non altro, emettere sentenze da tastiera (che hanno preso il posto, almeno in parte, del bar dove specie di questi tempi si entra e si consuma rapidamente) sarebbe per chiacchieroni da pianerottolo. Certo nemmeno gridare buona la prima, sarebbe una esagerazione, diciamo che del film per adesso salviamo gli ultimi sei sette minuti. Poco? Ovvio, pochissimo. Chi lo vuole, allora, può già da settembre cominciare a piagnucolare in modo da poter dire, alla fine, che lo sapeva; in questo momento meglio fare epoché, mettere in sospensione, attendere, raffreddare le emozioni e le speranze. Non si può fare altro, in autunno forse è avvilente ma è la pena minore per avere resistenza maggiore.

Sezione: News / Data: Dom 27 settembre 2020 alle 21:30 / Fonte: il Mattino
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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