"Dammi solo quattro monete, e di me ti puoi fidare. Il migliore in questo campo sono io". Arrangiamo un po’ la celebre canzone di Edoardo Bennato. E diamo a Davide Nicola quel che è di Nicola. Che non è la volpe, ma un gatto sornione. Due settimane fa era sulla graticola, preso a sberle dall’Atalanta che gliene fece otto. Esonerato. Poi ha strappato il cuore al presidente Danilo Iervolino e alla gente di Salerno con il suo solito parlare motivazionale e lo ha convinto a tornare sui suoi passi, a prendere qualche rinforzo giusto e ieri gli ha portato in dote una vittoria a Lecce che vale oro. Stesso punteggio dell’andata (1-2) dove vinsero i salentini. Che, stavolta, sono rimasti storditi dalla partenza forte dei campani in maglia bianca. Perché dopo meno di cinque minuti, una sfortunata respinta corta di Pezzella si è trasformata in un assist per Dia che ha scagliato un bolide da grande distanza e ha sorpreso Falcone. Ma non è finita lì: dopo 20’ i campani hanno fatto il bis approfittando con Bradaric di una palla persa male da Oudin, Dia, ancora lui, ha cercato la profondità e tra un mezzo buco di Piatek e il disorientamento di Umtiti ha trovato nel corridoio Vilhena pronto a inserirsi e raddoppiare. Il Lecce per la terza volta di fila becca due gol (anche con Milan e Verona). Le distrazioni cominciano a essere troppe. Ma soprattutto è la diciottesima partita di fila in cui i giallorossi non tengono in casa la porta inviolata. Se quella con il Verona poteva essere una sconfitta ingiusta perché il primo tempo era stato dominato, stavolta i salentini sono partiti male e hanno finito peggio. (...)

Sezione: Rassegna stampa / Data: Sab 28 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print