La partita per quelli di sempre. Per quello zoccolo duro che, nonostante l’allerta meteo e l’ultimo posto in classifica, ha deciso di esserci fino alla fine. Vada come vada, come recitavano i tanti striscioni esposti in città ed in provincia e che, per stessa ammissione di Nicola, hanno consentito ai calciatori di preparare la partita con maggiore leggerezza. Certamente Salerno, nei numeri, si fa rispettare ma è lontana anni luce dai tempi in cui lo stadio, in A, era pieno a prescindere. Epoche diverse, è evidente. E riteniamo che i grandissimi sforzi che sta facendo il presidente Iervolino meritino un sold out a prescindere, non fosse altro per far capire quanto il pubblico sia felice di essersi moralmente riappropriato della sua squadra del cuore dopo un decennio di freddezza e distacco totale generato dalla vecchia gestione. Ad ogni modo i sempre presenti hanno inciso, e non poco, sull’economia del risultato. Erano circa 13500, con una curva Sud quasi piena e una partecipazione importante anche dei tifosi presenti negli altri settori e che, sfidando pioggia e freddo, hanno cantato e incitato la squadra specialmente nei momenti di difficoltà. Tutto lo stadio ha preso per mano la Salernitana, un coro unanime dal primo al novantesimo che ha favorevolmente impressionato anche il tecnico Mihajlovic, uno abituato a palcoscenici di un certo livello.

L’Arechi, ancora una volta, è stato il dodicesimo uomo, quel fattore imprescindibile che ha consentito ai padroni di casa di conquistare, comunque, il terzo risultato utile di fila tra le mura amiche e di tener testa ad una big come il Milan prima e ad una formazione esperta come il Bologna poi. Non sono mancati anche momenti toccanti: il coro per il Siberiano, il no alla guerra urlato dal club Mai Sola, l’incoraggiamento per un tifoso che sta vivendo giorni difficili e che non deve assolutamente mollare. Il boato liberatorio dopo il gol di Zortea ha restituito a tutti il sorriso, l’esplosione di gioia ha lasciato spazio a venti minuti di bolgia infernale pur con qualche momento di tensione che conferma la necessità di fare un passo indietro e capire che non ha senso litigare quando si ama la stessa squadra. Solo un ambiente unito può determinare la rincorsa salvezza o l’immediata rinascita. Ad ogni modo la squadra e l’allenatore hanno lasciato il terreno di gioco tra gli applausi e con una promessa: “Siamo sempre con voi”. Fino alla fine. Vada come vada

Sezione: Tifo granata / Data: Sab 26 febbraio 2022 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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