Uno dei doppi ex della sfida tra Salernitana e Perugia è Pietro Strada, calciatore amato e ricordato all’Arechi per la sua capacità di dare del “tu” al pallone. Proprio Strada fu uno dei protagonisti della cavalcata playoff nel 1994, e intervistato dal quotidiano “La Città”, ha parlato dell’importanza di un bomber e di un uomo-assist in una squadra: “Il bomber conta ma se bisogna scegliere, meglio un 10 che sforna assist per la cooperativa del gol. Nella storia ci sono squadre col capocannoniere ma retrocesse: il Bari di Protti. Per me vince chi ha un centrocampo forte”. Sull’uomo del momento, Alessandro Volpe: “E’ un bravo mancino - spiega Strada – se tira, pesca spesso il jolly. Può risultare decisivo, ha il colpo per aprire la scatola e sbloccare le gare”. Come si vincono gli spareggi e come si preparò quella Salernitana“Eravamo forti e lo sapevamo: lucidi, in salute, compatti. Era la prima volta dei playoff, c’era la finale secca, la Reggina contava ma noi la pesammo in campionato. A Siracusa, ultima giornata, fummo artefici del destino nostro: potevamo scegliere di affrontare gli amaranto ma preferimmo attestarci in una posizione che ci permetteva di affrontare prima la Lodigiani“. Foggia ko, assenza pesante: “Oltre a tecnica ed esperienza, ha pure mestiere, una qualità che serve nei playoff”. Un fantasista può giocare punta esterna o mezz’ala ? “Se è un fantasista classico, da punta esterna viene limitato. Invece può fare la mezz’ala a patto che abbia gamba, resistenza fisica, corsa, propensione al sacrificio“. Su Gregucci: “Compagni di squadra alla Reggiana: promozione dalla B alla A. E’ sanguigno, simpatico, ho un ottimo rapporto. In campo aveva esperienza e carisma. Nel momento di grande difficoltà che avemmo all’inizio con Ancelotti, lui si fece sentire, difese l’allenatore, aiutò a compattarci. Ricordo che eravamo penultimi dopo 7-8 partite ma dopo un lungo ritiro vincemmo 3-0 col Venezia, doppietta mia, e non ci fermammo più. Ancelotti era un giovane allenatore ma dopo quel successo prese quota, allenò il Parma, destinato alla carriera che sta facendo“.

Il rigore decisivo con l’Acireale, sbagliato, lo batterebbe altre mille volte? “Li sbaglia chi li tira. Ne ho tirati ancora in seguito: rigorista dovunque abbia giocato”. Il gol con la Lodigiani, in semirovesciata, l’ha mai sognato di notte? “Ne ho fatti altri di più belli: con l’Udinese, a Verona col Chievo, bello e triste a Bergamo, con l’Atalanta. Con affetto e col sorriso ricordo quello di testa a Potenza, d’astuzia, sfilando il pallone tra i guanti del portiere”. Pisano-Facci-Strada? “Soltanto un gioco di parole della curva, ben riuscito. Però eravamo tutti protagonisti di una Salernitana meravigliosa, che giocava un calcio importante e che ha segnato un’epoca granata”.

Sezione: News / Data: Dom 20 aprile 2014 alle 19:00 / Fonte: La Città
Autore: Lucio Orlando
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