La Salernitana che stiamo vedendo quest'anno riesce a esprimere una rabbia agonistica e una capacità di saper soffrire che non si vedevano da molti anni da queste parti. Quello contro il Cesena è l' undicesimo risultato utile di fila, e permette al team di Bollini di eguagliare la striscia della Salernitana 2004/05 di Gregucci. Vediamo le cose positive e quelle negative della gara al "Manuzzi".

LUCI: I SUBENTRATI

A differenza della gara interna contro il Bari, dove Rosina fu criticato aspramente da Lotito senza mezzi termini nel dopogara per scarso impegno, questa volta i subentranti dalla panchina, cioè Rossi, Di Roberto e Rizzo hanno avuto un ottimo impatto sulla gara. Anche l'ex Perugia, impiegato per soli pochi minuti, è riuscito a dare un'ottima impressione agli spettatori, anche non addetti ai lavori. Questo è sintomo che la squadra è con il mister e che tutti si sentono parte di un 11 ideale di potenziali titolari.

OMBRE: L'ENNESIMO PASSIVO

In ben nove gare su 14 la Salernitana è andata in svantaggio per prima, e in otto di queste occasioni la formazione di Bollini è riuscita ad agguantare o a ribaltare il risultato, mentre solo a Carpi il gol di Malcore fu fatale. Questa prerogativa di dover incassare il colpo per reagire mette la Salernitana di fronte a un dispendio di energie notevole anche se, tuttavia, qualcuno potrebbe dire che dopo lo svantaggio i calciatori sentono meno la pressione e si buttano all'attacco con lo spirito di chi non ha più nulla da perdere. Per quanto entusiasmante, però, questo atteggiamento potrebbe essere un boomerang per i granata in futuro che devono imparare (anche) a imporre il loro gioco.

Sezione: News / Data: Lun 13 novembre 2017 alle 14:00
Autore: Enrico Volpe
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