Qualche tempo fa vi abbiamo proposto una serie di sondaggi atti a scegliere quali siano stati i calciatori più forti che hanno militato nella Salernitana in questi lunghissimi 101 anni di storia. Alla nostra redazione, nello spazio riservato ai commenti, sono arrivate centinaia e centinaia di risposte ed è stato davvero bellissimo leggere confronti tra vecchie e nuove generazioni basate non solo su uno scambio di opinioni, ma anche e soprattutto su aneddoti che ci hanno colpito e che riproporremo nelle prossime settimane intervistando i diretti interessati, quei tifosi con i capelli bianchi che rappresentano la vera storia della Salernitana e che non vedono l'ora di celebrare il centenario sognando la promozione in serie A, ma ricordando con orgoglio e senso di appartenenza quei lunghi anni di militanza sui gradoni del Vestuti, quando i granata erano diventati la "Juventus della serie C" pur senza riuscire a vincere il campionato di terza serie per quasi 30 anni di fila. Tornando alla top 11 di tutti i tempi, schieriamo la Salernitana ideale e scelta direttamente dai lettori di TuttoSalernitana con un ipotetico 4-3-1-2. In porta vince il ballottaggio con Daniele Balli quell'Antonio Chimenti che fu assoluto protagonista negli anni Novanta, quando a suon di parate trascinò i ragazzi di Delio Rossi in serie B vincendo il premio di miglior portiere della cadetteria nella stagione successiva. Indimenticabile quel doppio rigore parato ad Ancona nell'era Colomba, da brividi le lacrime a Bergamo al termine di un autentico spareggio promozione che la Salernitana perse per 2-1 senza riuscire a regalare ai 5mila presenti l'immensa gioia del doppio salto, una soddisfazione che quella squadra meravigliosa avrebbe indubbiamente meritato per il gioco espresso e per la compattezza del gruppo.
In difesa i nomi più gettonati sono stati tanti: c'è chi è rimasto legato a "Picchia Di Fruscia", chi a quel Samuele Olivi arrivato a Salerno giovanissimo e che, senza qualche errore di Zeman, probabilmente avrebbe giocato in serie A stabilmente. Era un'epoca del tutto diversa da quella odierna, con l'ex presidente Aniello Aliberti che ogni anno sborsava fior di milardi pescando in giro per l'Italia i talenti emergenti del calcio italiano. Quanto alla top undici, sulle fasce non potevano che esserci Claudio Grimaudo, al secolo "Cavallo Pazzo", e VIttorio Tosto, due professionisti esemplari che di chilometri ne hanno macinati parecchi e che ancora oggi parlano di Salerno e della maglia granata più da ultras che da ex calciatori. Al centro plebiscito per Salvatore Fresi, ricordato da tutti per la sua serietà e per quell'innata classe che spinse società come Juventus e Inter a investire fior di miliardi per assicurarsene le prestazioni. Al suo fianco, pur avendo vissuto tra mille difficoltà l'ultimo anno e mezzo di militanza, ecco Luca Fusco, recordman di presenze, bandiera della Salernitana dal 1997 al 2009 (con una piccola parentesi tra Messina, Genoa e Crotone prima del ritorno targato Fabiani) e, soprattutto, uno dei pochi salernitani ad imporsi nella propria città d'origine, tra tanti sacrifici e con la capacità di essere un leader nello spogliatoio pur senza dover alzare mai la voce. A centrocampo tantissima qualità: restano fuori, pur molto gettonati, i vari Bernardini, Giovanni Tedesco, Daolio, De Silvestro e Tudisco, il pubblico ha scelto l'eterno e per qualcuno "unico" capitano Roberto Breda affiancato da Gennaro Gattuso e Giacomo Tedesco, forse il centrocampista più completo e tecnico degli ultimi 20 anni. Sulla trequarti abbiamo votato all'unanimità e senza sondaggi per il compianto Agostino Di Bartolomei, lui che ha chiuso la carriera a Salerno vincendo il campionato di C e accettando senza battere ciglio qualche panchina di troppo. Avremmo certamente proposto tra le alternative gente come Vannucchi, Ricchetti, Bombardini e Di Vicino, comunque molto apprezzati dal popolo di fede granata.
In attacco è stata bagarre, con i vari Margiotta, Prati, Di Napoli, Di Michele e Pantani che resteranno per sempre nella storia della Salernitana e che hanno fatto sognare un popolo intero a suon di gol e giocate spettacolari. Vince, però, il tandem Di Vaio-Pisano, il primo acquistato da Aliberti a suon di miliardi e autore di 34 gol in due stagioni tra B e A (con vittoria del titolo di capocannoniere), il secondo icona della Salernitana più bella di sempre e che sogna di tornare a Salerno in futuro seppur con un ruolo diverso. In panchina non c'è stata storia: ha stravinto Delio Rossi, il "Profeta", colui che arrivò giovanissimo tra mille contestazioni e accompagnato da tanto scetticismo, ma che portò la Salernitana prima in B e poi in massima serie dopo mezzo secolo con un calcio spumeggiante e che fece innamorare tutti gli amanti del calcio. Sarà pur vero che i suoi errori incisero in modo determinante sulla successiva retrocessione, ma chi ha vissuto gli anni Novanta non potrà certo dimenticare quella straordinaria e commovente Salernitana.
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