Manolo Pestrin, centrocampista romano classe '78 della Salernitana, si è esposto attraverso le pagine del Corriere Dello Sport, riguardo la situazione del momento in casa granata in vista del play out, suonando la carica come solo un combattente come lui sa fare. Il capitano granata, traccia un bilancio generale riguardo quello che è stato questo campionato, e afferma di non vuole per gettare la spugna proprio ora: “Considerando come si era messo il campionato, forse si. Abbiamo ancora una possibilità. Certo sarebbe bastato davvero poco per salvarsi direttamente, ma i rimpianti lasciano il tempo che trovano”.

Troppi alti e bassi in questa stagione.

“Esattamente. Siamo partiti bene, poi abbiamo avuto delle difficoltà e non siamo mai stati continui. Nell’ultima parte siamo venuti meno in alcune partite“.

C’è un dato che accomuna la gestione Torrente e quella di Menichini: i troppi gol subiti.

“È vero, la fragilità della squadra, che non ha saputo interpretare certe situazioni, non ha mai trovato un assetto preciso. Gli infortuni, penso a quelli che hanno falcidiato i difensori centrali, ci hanno notevolmente condizionato“.

Certo, ma anche al completo la squadra non è riuscita ad essere continua.

“Non siamo stati capaci di superare il momento difficile senza mettere sempre tutto in discussione. Abbiamo inseguito l’emergenza e non siamo riusciti a conservare la serenità. Poi ci sono state alcune sviste arbitrali che ci hanno penalizzato“.

Ora, però, c’è bisogno di tutti, occorre che tutti diano la propria disponibilità.

“C’è chi osserva e valuta. E poi mette in campo i giocatori migliori. Noi possiamo solo far capire quanto sia importante giocare in una piazza come Salerno. Tutti dobbiamo comprendere l’importanza di questo tipo di partite, di un risultato che può permetterci di regalare una gioia ai tifosi. Mi auguro che l’allenatore possa avere il maggior numero di calciatori a disposizione, che chi è stato fuori possa rimettersi a posto prima possibile per consentire al tecnico scelte ponderate e non dettate dall’emergenza. Certo, ora c’è bisogno di tutti: se la Salernitana si salverà, ci salveremo tutti, altrimenti retrocederemo tutti. Ed una retrocessione pesa”.

Senza la penalizzazione il Lanciano si sarebbe già salvato.

“In campo ha fatto più punti di noi, ma nelle due partite abbiamo fatto bene, pur perdendo beffardamente all’Arechi“.

Come state atleticamente?

“La prestazione non è frutto soltanto della condizione fisica, ma anche di quella psicologica. Sul piano atletico abbiamo pagato tante situazioni: chi esce, chi entra, chi si fa male, chi arriva, chi gioca di più o di meno“.

Per un periodo lei è rimasto in panchina. Cosa provava?

“Ho cercato di dare il mio contributo in altro modo, nel gruppo. E sono sempre stato a disposizione dell’allenatore, com’è giusto che sia. Sono stato tifoso dei miei compagni quando non giocavo, pur dispiacendomi di non poter dare un contributo più concreto“.

La vicenda che coinvolge il Lanciano potrebbe condizionarvi?

“Assolutamente no. Sul campo il nostro avversario è il Lanciano, ad altro non dobbiamo pensare“.

Perché tutte queste espulsioni durante la stagione?

“È dipeso dalla difficoltà di riuscire a fare quello che dovevamo e potevamo fare. Tutti questi episodi ci hanno fatto perdere lucidità“.

Chi è favorito?

“Noi non dobbiamo fare calcoli, non dobbiamo pensare di poter giocare anche per il pari. Il nostro obiettivo deve essere la vittoria”.

Dove si deciderà il play out?

“I numeri dicono che in trasferta abbiamo fatto meglio, ma preferisco giocare il ritorno dinanzi al mio pubblico“.

E questa storia della pressione ambientale?

“Giocare a Salerno non è per tutti: pensi sempre di dover dimostrare qualcosa. Per quanto mi riguarda, preferisco giocare dinanzi a ventimila spettatori perché in cambio hai tantissime cose“.

Fiducioso?

“Credo che la Salernitana si salverà. Stavolta, però, non ci sono appelli, dobbiamo fare due grandi partite, commettere meno errori possibili“.

 

 

Sezione: News / Data: Mer 25 maggio 2016 alle 14:00
Autore: Giuseppe Bottone
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