Il sorteggio di Supercoppa ha messo sulla strada della Salernitana il Novara di Mimmo Toscano. Il trainer dei piemontesi in estate è stato vicinissimo a sedere sulla panchina granata e, al quotidiano La Città conferma l’interessamento dei granata: “Volevo la Salernitana. Dopo esserci sfiorati in estate, potevo averla solo nel sorteggio per provare il brivido di affrontarla subito in Supercoppa. Eccola, e sarà bellissimo”.  Parole al miele pronunciate da Toscano, chiamato “il cannibale” perché “se un allenatore non è ambizioso, che allena a fare?”. Toscano racconta poi la serata a Villa San Sebastino per cercare un’intesa con Lotito: “I collaboratori li avrei avuti. Facemmo le 4 di notte a casa di Lotito. E per me è stato un onore anche solo parlare e confrontarmi sui programmi con lui e Fabiani, che tramutano in oro ciò che toccano. Volli pensarci una notte, pure loro ci pensarono. Poi le tessere non sono andate ad incastro”.

Le strade si divisero e iniziarono gli intrecci di mercato: “La trattativa vera, invece, era dei granata con Gonzalez: lo volevano ma per fortuna è rimasto con noi e insieme a Pesce, Buzzegoli, Ludi, Vicari ha saputo trasformare la rabbia della retrocessione dell’anno prima in motivazioni feroci. Le stesse motivazioni che avrà la Salernitana: Lanzaro marcava Messi e s’è messo in discussione in C, presente a Catanzaro nonostante il lutto terribile; Moro ha ritrovato a Salerno il proprio habitat naturale; Calil stava andando in America ma ha fatto benissimo all’ombra dell’Arechi. Ora tutti vogliono chiudere in trionfo una stagione esaltante. Tutti vogliono la Supercoppa”. A proposito della Supercoppa, è un trofeo che manca a Toscano: “Persa col Cosenza, ripersa con la Ternana. Mi batté lo Spezia di Bianchi e del nostro Evacuo, uno col dna della vittoria. Felice veniva da una stagione così e così a Benevento ma ha sempre vinto dappertutto: Frosinone, Avellino, La Spezia. E’ un giocatore da serie B”.

Sul futuro: “Col Novara ho un altro anno di contratto, sto benone, sono contento. Dopo l’esperienza finita con un po’ di amaro in bocca a Terni, potevo star fermo un anno ma in estate ho voluto rimettermi in discussione. Di nuovo la C, per ripartire, per trovare stimoli, soprattutto per entrare in un progetto. La Salernitana m’intrigava, progetti seri anche a Novara. Ho visto la scenografia dell’Arechi, le faccine, un popolo che gioisce. Ho visto i nostri tifosi in festa, nelle nostre belle strutture sportive. Quando siamo stati promossi, ho pensato “ecco, ci toccherà in sorte subito la Salernitana”. Però la sfida me l’aspettavo all’Arechi perché non ho avuto mai il piacere di giocarci da allenatore, neppure da avversario”.

Su Menichini: “Solo stima per Leo, tanta stima. Vincere non è mai facile. Vincere a Salerno e Novara, dove la vittoria era un obbligo, è stata un’impresa. Il bel gioco? Mica facile, se devi vincere e basta. Noi, ad esempio, siamo passati dal 3-4-3 al 3-5-2, perché le caratteristiche si assecondano. All’andata giocavamo bene ma i risultati non venivano. Poi tanta sostanza e avanti con la rimonta: presi 7 punti alle battistrada in 10 gare. La penalizzazione a -4 dal termine avrebbe potuto ammazzare un toro, ma noi col muro e talvolta con i 4 attaccanti abbiamo rimesso la freccia. A Salerno magari ricordano le squadre di Zeman e Rossi, ma in campo c’erano anche altri giocatori. Di Menichini ho sempre apprezzato l’organizzazione: a Crotone, a Pisa, ora a Salerno”.

 

Sezione: Avversari / Data: Mar 12 maggio 2015 alle 12:00
Autore: Federica Pisani / Twitter: @federica_pisani
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