In ritiro a San Gregorio Magno con vista sul futuro. Fa strano parlarne (già) a metà marzo, però tant’è: il campionato del Centenario della Salernitana rischia di non riuscire a regalare altro che una tranquilla salvezza, da blindare negli ultimi due mesi della stagione in cui scongiurare code (ancor) più spiacevoli, e allora da sé che lo sguardo venga immediatamente rivolto all’anno che verrà. Non è solo un tentativo di tener desta l’attenzione, è che nella Capitale, base della proprietà granata, ci stanno già pensando. La contestazione dei tifosi è cominciata e sfocerà, il prossimo 30 marzo, in un Arechi quasi deserto nel match interno contro il Venezia, e però Claudio Lotito e Marco Mezzaroma non hanno alcuna intenzione di far passi indietro. Acquirenti non se ne vedono all’orizzonte, e finché nessuno bussa alla porta con intenzioni serie (e solvibilità) i due soci-cognati tireranno dritto, consapevoli d’aver (parecchi) errori da correggere per ricucire uno strappo con la piazza, mai così evidente. Del resto, Lotito al malumore popolare è abituato da lustri vissuti alla guida della Lazio e anche a Salerno è pronto ad andar avanti così, controcorrente. Rilevante si prospetta la figura di Mezzaroma. Per diverse stagioni, pur rivendicando sempre il proprio 50% delle quote, ha vissuto all’ombra del cognato autodefinendosi un “allievo” che studiava alla scuola del socio più esperto, adesso è presidente di fatto per la maggior esposizione sul territorio e pure per il bagaglio accumulato, non solo negli otto anni alla guida della Salernitana ma anche più recentemente nella governance della Lega B, dove è vicepresidente in carica. In quel ruolo segue con occhio attento l’evoluzione della discussione in Figc sulla multi-proprietà: Lotito, coinvolto pure come consigliere federale, non potrà mai avere due squadre in serie A ma una modifica della norma, specie con l’eliminazione del vincolo di parentela, spianerebbe la strada proprio a Mezzaroma. Discorsi non nuovi, e però in aggiornamento, che riprendono quota nell’attualità adesso che la proprietà ha già cominciato a squadrare il foglio. C’è nel piano futuro anche la regia di Angelo Fabiani? Come già accaduto un anno fa, più o meno di questi tempi, le voci d’un possibile addio del direttore sportivo a fine stagione si rincorrono. Ma restano tali. Voci. Il dirigente romano, che nel torneo 2019/2020 - sommando anche il triennio della gestione Antonio Lombardi - arriverebbe alla decima stagione sulla scrivania di comando del management granata, dalla sede sociale nel cuore del quartiere Pastena a quella attuale di via Scavate Case Rosse, passando per San Leonardo e gli uffici dell’Arechi, non medita l’addio. Dunque, salvo scelte diverse da parte dei co-patron, potrebbe restare anche il prossimo anno. Sarebbe, il ruolo di ds, ovviamente il primo nodo da sciogliere per il futuro. Poi si passerebbe all’allenatore: Angelo Gregucci lo scorso dicembre ha firmato fino al giugno del 2020, gli basterà salvare la Salernitana per essere confermato, come contratto prevede, anche per il prossimo anno? Già scelta, invece, la prima location per il futuro. Ritiro estivo a San Gregorio Magno. Proprio come adesso.

Sezione: News / Data: Ven 22 marzo 2019 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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