La Salernitana ha giocato 5’. Il pregevole gol di testa di Calil (unica giocata positiva di una gara abulica ed evanescente) è stato l’illusorio coronamento di un avvio di gara eccellente che sembrava lasciar presagire una vittoria in pompa magna. Le partite di calcio durano, invece, 90’ ed il Lecce, dopo aver incassato bene la doccia fredda e metabolizzato il pessimo avvio limitando i danni alla propria porta con qualche altra rara occasione creata da una Salernitana padrona del campo, ha saputo raddrizzare le sorti della gara con una condotta ineccepibile, dilagando meritatamente nella ripresa. Alla stregua di un diesel che carbura strada facendo, la formazione salentina, forte di individualità di spessore, complice un calo fisico e tecnico di una Salernitana andata fuori giri perchè spompata dai ritmi infernali inferti al match nella prima frazione, ha affondato i colpi senza alcun timore reverenziale. Sono bastati 29’ per pareggiare, ribaltare e chiudere la gara: Carrozza, Sacilotto e Doumbia, sotto l’attenta regia di un grande Moscardelli, hanno sentenziato il primo ko stagionale di una Salernitana che ha palesato nella ripresa ed in un sol colpo tutte le proprie magagne, mascherate finora dai buoni risultati conseguiti. La squadra ha evidenziato carenze atletiche, mancanza di collegamento fra i reparti e numerosi equivoci tattici, acuiti dalle numerose assenze forzate e non. Viene quasi spontaneo chiedersi perché Ginestra e Mounard, nonostante i tanti forfait, non si siano almeno seduti in panchina. Il modulo di Menichini comporta un notevole dispendio di energie ed è necessario disporre di alternative in ogni reparto. Già i granata devono sopportare numerose defezioni in avanti, poi, se si evita di schierare calciatori ancora a libro paga ed in rosa, il quadro è completo. Urge fare chiarezza: se si intende perseguire il 4-3-3, bisogna avere tante frecce nella propria faretra e tornare al più presto sul mercato, se Mounard e Ginestra sono calciatori della Salernitana solo perchè vi è un contratto da rispettare. I granata hanno patito notevolmente le assenze di Colombo e Pestrin, specialmente quella del capitano: c’è da scommettere che con lui in campo non si sarebbe verificata l’imbarcata clamorosa della ripresa. Il ko contro il Lecce ridimensiona i campani, ma, se analizzato a dovere, può costituire un campanello d’allarme da cui trarre informazioni importanti per fare tesoro degli errori commessi. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 ottobre 2014 alle 00:40
Autore: Giovanni Barbarisi
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