La tifoseria di Salerno ha imparato a conoscerlo nel tempo soprattutto dal punto di vista umano ammirandone l'attaccamento alla maglia e la capacità di accettare critiche talvolta ingenerose senza mai dire una parola fuori posto. Ha raccolto la pesante eredità di Coda e Donnarumma segnando, complessivamente, un buon numero di gol in squadre che certo non brillavano per gioco e che non esaltavano la manovra offensiva. Riccardo Bocalon è stato graditissimo ospite ieri sera della rubrica "Due chiacchiere con..." ideata dalla redazione di TuttoSalernitana e in onda live su Instagram alle 19. Centinaia di persone hanno interagito con l'ex centravanti granata salutato con affetto anche dal livornese Marras e da altri colleghi ai tempi di Salerno. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Come sta vivendo questo periodo così difficile un calciatore anche molto legato al Veneto, una delle zone maggiormente colpite dal Coronavirus?
"Indubbiamente fa male, nessuno poteva prevedere una situazione del genere. Leggiamo ogni giorno sui giornali o ci informiamo in tv del numero di vittime e di ammalati, non ci resta che rimanere a casa e seguire alla lettera le indicazioni del Governo. Mi rendo conto che non tutti hanno la fortuna di avere una casa grande e che ci sono famiglie in grossa difficoltà, ma la salute viene prima di tutto e anche il calcio passa in secondo piano".
Secondo lei riprenderanno i campionati?
"Da parte dei calciatori ci deve essere sempre la disponibilità a fare qualche sacrificio, non è da escludere si torni in campo con l'obbligo di giocare a porte chiuse e ogni tre giorni. Senza l'apporto dei tifosi molte squadre perderanno una spinta fondamentale e non solo gli incassi al botteghino. Bisogna sapersi adeguare, è una situazione nuova per tutti e non vorrei essere nei panni di chi dovrà decidere. Naturalmente qualcuno avrà idee diverse e potrebbe spingere per l'annullamento del torneo, ma l'auspicio di tutti è di riprendere quando possibile senza tuttavia mettere a repentaglio la nostra salute. Si pensa sempre che gli atleti siano immuni, in realtà non è così".
Proviamo a parlare di cose belle anche per rispondere alle domande dei tifosi. Come mai l'addio a Salerno?
"Non nego che ho pianto quando ho svuotato l'armadietto e stavo lasciando una città che mi ha dato tantissimo e che ringrazierò a vita. La tifoseria mi accolse subito alla grande con quel motivetto che non canto per vergogna, ma che ripenso spesso anche in questi momenti difficili. Stavo facendo abbastanza bene anche in termini di gol, ma quando mi hanno detto che c'era la possibilità di riavvicinarmi a casa ho fatto tanti pensieri sapendo che qualunque decisione avessi preso mi avrebbe segnato emotivamente".
Evidentemente anche la società non ha reputato incedibile Bocalon...
"E' vero. Se mi hanno parlato di richieste e trattative vuol dire che non ero intoccabile, ma al giorno d'oggi nessuno può essere dichiarato incedibile e ci sono tante situazioni ed esigenze da valutare. Ci siamo salutati con grande rispetto, li ringrazio per avermi dato la possibilità di indossare una maglia come quella granata".
Ha pagato un po' il post Coda e ha sofferto per qualche critica forse ingenerosa?
"Assolutamente no, quando passi dalla C ad una piazza come quella granata non puoi che essere felice e dare il massimo. C'è la consapevolezza che ci saranno applausi quando fai bene e fischi se sbagli una partita, fa parte del gioco e siamo professionisti. Non ho mai avuto rancore nei confronti di chi, magari, mi ha contestato: so quanto amano la Salernitana, erano critiche dettate dal forte sentimento per la casacca che ci trasmettevano ogni volta che scendevamo in campo".
In diretta c'è Marras che la segue, il suo nome è stato già accostato alla Salernitana. Gli consiglierebbe di accettare eventualmente e che idea ha anche di Sofiane Kiyine che conobbe nel suo primo campionato a Salerno?
"E chi non vorrebbe giocare a Salerno? La consiglierei a tutti, ma non mi sembra corretto andare oltre perchè Marras- ottimo giocatore- è ancora impegnato in campionato con il Livorno. Quanto a Kiyine, le sue qualità si notavano già nel suo primo anno tra i professionisti e farà una grande carriera".
C'è chi dice che il primo anno Bocalon fosse troppo emotivo e si abbattesse dopo un errore, mentre nella seconda stagione abbiamo ammirato un calciatore combattivo e grintoso...
"Ho sempre dato il massimo per la maglia, ci può stare che un attaccante che vive di gol si possa abbattere dopo un errore. Ma non mi sono mai fatto condizionare, mentre se segnavo provavo un'emozione talmente forte che riuscivo a sbloccarmi. Non a caso ho siglato anche qualche doppietta".
Ricordiamo, ad esempio, quella con l'Empoli in una squadra che, con Bollini, rimontava spesso anche in emergenza totale...
"Era un bel gruppo quell'anno, c'era gente forte. Ci dispiacque molto l'esonero del mister, ma anche con Colantuono abbiamo dato il massimo. Tornando a quella gara, ricordo che andammo in svantaggio e rimontammo con una mia doppietta. Feci una corsa di 90 metri sotto la curva Sud, un'emozione incredibile anche perchè affrontavamo una delle big del campionato".
E come dimenticare Minala al 96' ad Avellino...
"Entrai dalla panchina in un momento di grande difficoltà, eravamo sotto 2-0. Pareggiamo 2-2 e riuscimmo addirittura a vincerla all'ultimo respiro, non potrò mai dimenticare il boato della gente. Attaccare sotto la nostra curva fu determinante, sembrava quasi di giocare in dodici o in tredici. E' una delle poche tifoserie che fa la differenza anche in trasferta, abbiamo sempre potuto contare su un seguito importante".
Poi il secondo anno, con la tua esultanza a Lecce stile "vi facciamo neri" e poi un crollo progressivo della squadra...
"Non so dire cosa non abbia funzionato, sono annate in cui entri in un tunnel e non sai più uscirne. Tutto sommato fino a dicembre stavamo facendo bene e sarebbe ingeneroso e scorretto dire che tutto è peggiorato dopo il mio addio. Non mi sento neanche di dire che il gioco della squadra penalizzasse le mie caratteristiche, l'importante era mettersi sempre a disposizione. Per fortuna la Salernitana si è salvata lo stesso ed è ripartita bene in questo campionato".
Che effetto le fece tornare da ex a Salerno in uno stadio con 500 paganti?
"Da avversario posso dire con sincerità che fui contento perchè so quanto può dare l'Arechi. Da ex e da sportivo fa comunque male, una piazza del genere fa bene al calcio".
Lo strano destino di Bocalon che, da ex e veneziano, si ritrovò a giocare lo spareggio per non retrocedere...
"Peggio non poteva andare, è vero. Sono state sensazioni contrastanti. Naturalmente ho dato il massimo perchè faceva male l'idea di veder retrocedere la mia città, ma ho sempre mostrato rispetto per Salerno. Sul campo è andata male, ma per fortuna sono entrambe in serie B e lo meritano ampiamente".
E ora chissà che il destino non le riservi Pordenone-Salernitana ai playoff...
"Ah, magari! In questo caso l'attesa sarebbe più bella e non ci sarebbe quella tensione emotiva dell'anno scorso. Ci giocheremmo qualcosa di bello e una non vittoria avrebbe risvolti sportivamente parlando meno drammatici".
I tifosi le vogliono un gran bene, ma da ex sta castigando troppo spesso la Salernitana. Nella gara di ritorno col Pordenone c'è chi simpaticamente spera sia squalificato...
"E' vero, ho segnato due gol. Il primo l'anno scorso di testa su assist di Lombardi, il secondo nel campionato attuale concludendo al meglio una bellissima azione corale. Non era semplice eludere la marcatura di Migliorini che reputo un grande difensore. In entrambi i casi non ho esultato in segno di rispetto per Salerno".
Nella gara dei playout il VAR fece la differenza, quest'anno in campionato grosse polemiche in Venezia-Salernitana. E' d'accordo sull'uso della tecnologia?
"Sì, può essere un contributo valido se usato nel modo giusto. Va anche detto che il livello degli arbitri è migliorato molto".
Tornerebbe a Salerno in futuro se arrivasse una chiamata?
"E chi potrebbe dire di no alla Salernitana? Sarei felicissimo di esultare ancora sotto quella curva. Lì sono stato benissimo e Salerno mi manca. Ma devo anche dire grazie al Pordenone che ha fatto un investimento importante per me e mi ha dato una grossa occasione. Sto bene anche qui e a fine stagione potrebbero prolungare il mio contratto".
C'è chi ricorda che Bocalon sbagliava i gol semplici e segnava quelli impossibili...
"E' vero, chiamiamolo "Il mistero di Bocalon". Scherzi a parte, capita a tutti gli attaccanti di commettere qualche errore, però vi posso assicurare che non esistono gol semplici. Per fortuna ne ho segnato anche qualcuno bello, ricordo la gara con la Ternana o la sfida in coppa a Carpi".
Allora ci rivediamo a Salerno con la maglia granata?
"Sto bene a Pordenone, ma se la Salernitana chiamasse..."
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