Una vittoria all'esordio nel derby contro l'Avellino ed una conclusiva contro il Como che ha regalato i play-out, questi i due estremi della stagione granata. Tuttavia in mezzo ci sono state molte, troppe prestazioni deludenti e risultati insoddisfacenti per la Salernitana, che è riuscita solo in extremis, all'ultimo turno di campionato, ad evitare la retrocessione diretta. Molte cose sono cambiate da inizio settembre ad oggi, a partire dall'umore della piazza, entusiasta e speranzosa dopo il vittorioso derby d'andata con gli irpini e la prestigiosa vittoria in Coppa Italia contro il Chievo, ma adesso delusa dalla stagione della squadra e preoccupata per gli imminenti spareggi. Ma molto è cambiato soprattutto in campo e nelle gerarchie di squadra, come dimostra un'analisi della rosa. Consultando le formazioni schierate nella prima e nell'ultima parte del campionato, si noterà infatti che soltanto in pochissimi risultano ancora oggi titolari nella formazione granata: Terracciano in porta (alternatosi con Strakosha nelle primissime uscite), Franco sulla sinistra, Colombo sulla fascia destra, Moro in mediana e Coda in avanti. Diversi giocatori hanno cambiato aria dopo prestazioni non proprio esaltanti, come Gabionetta, Eusepi, Lanzaro, Sciaudone e Troianiello, sui quali la società aveva puntato forte ad inizio campionato, altri sono scivolati indietro nelle gerarchie di squadra, come il capitano Pestrin, mentre Schiavi ha concluso anzitempo la stagione per un grave infortunio. Nel corso delle giornate la Salernitana ha poi scoperto giovani di prospettiva come Odjer ed Empereur, ben inseriti nello scacchiere tattico sia di mister Torrente che di Menichini, e si è rinforzata nel mercato invernale con elementi di spessore, quali Bagadur, Gatto, Zito ed Ikonomidis che oggi rappresentano pedine importanti della rosa. Singolare poi il caso di Donnarumma, da attaccante di scorta nei primi mesi in granata sotto la gestione Torrente, nonostante una media gol importante, a grande trascinatore della squadra nella seconda parte di campionato. I due allenatori avvicendatisi all'ombra del Castello Arechi hanno poi espresso due filosofie di calcio totalmente diverse: più spregiudicato e veloce, ma troppo spesso inconcludente, l'undici di Torrente, ben più speculativo e pragmatico quello di Menichini. A distanza di nove mesi, insomma, sono mutate prospettive, aspettative ed obiettivi nella stagione dei granata, che ad inizio anno nessuno, probabilmente, avrebbe previsto in zona play-out al termine della stagione. Adesso la Salernitana ha però l'opportunità di dare un senso ad una stagione che ha evidenziato troppe valutazioni errate ed errori di gestione. Bisogna ora fare quadrato, per garantire alla squadra e alla tifoseria la permanenza sul palcoscenico che più compete loro.

Sezione: News / Data: Gio 26 maggio 2016 alle 09:00
Autore: Valerio Vicinanza
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