La scelta di Fabrizio Castori come punta dell’iceberg. Se il ritorno del tecnico marchigiano sulla panchina granata non entusiasma la piazza, a preoccupare i tifosi dell’ippocampo, scottati dai playoff mancati a margine del campionato appena concluso, è soprattutto l’atteggiamento della società. "Distante, poco chiara, ma soprattutto poco rispettosa", ripetono praticamente tutti i sostenitori interpellati. E il fatto che la decisione sia ricaduta sul tecnico ex Trapani alimenta li malumori nei confronti di patron Claudio Lotito. "Non è un nome che infiamma la piazza, soprattutto se ci basiamo su quanto fatto vedere a Salerno nella sua precedente esperienza - afferma Domenico Corso, allenatore di scuola calcio e grande tifoso granata-. Visto l’attuale momento non si può certo parlare di una scelta che porterà entusiasmo o che potrà garantire una quota importante di abbonamenti, qualora si potranno sottoscrivere e arriverà il via libera per tornare allo stadio. Poi analizzando la carriera di Castori, è ingiusto non ammettere che nelle altre piazze dove è stato ha fatto spesso cose buone, anche in situazioni difficili. Conosce la categoria, forse anche meglio di Ventura, ma il problema a Salerno non sono gli allenatori. Per me si tratta dell’ennesima sfida lanciata dalla società alla tifoseria, sapevano bene che avrebbero scatenato l’ira dei supporters con questa scelta".

Una “sfida alla piazza” anche per Luigi Nese, tifoso che segue i granata dal New Jersey. "C’erano molti allenatori giovani, magari per provare ad aprire un ciclo, ma il problema di fondo non riguarda Castori, bensì Lotito e Mezzaroma. La multiproprietà non permette a questa società di essere promossa in serie A, perché se volessero veramente tentare il salto di categoria, ci riuscirebbero in due anni al massimo. Castori di certo non ha lasciato un bel ricordo a Salerno, ma noi tifosi possiamo fare ben poco. Credo che l’unica via di salvezza sia la vendita di questa società, non possiamo essere legati agli interessi della Lazio". Così Giuseppe Caccavo, tifosissimo granata e coach in seconda della Virtus Arechi Salerno nella serie B di basket: "Ormai diventa un attività abbastanza futile commentare la scelta dell'allenatore, facile accanirsi contro Castori, che pure non mi entusiasma, le questioni da risolvere sono altre. Il modo di fare calcio di questa società ha stancato". "Si tratta dell’ennesima scelta impopolare, mi puzza di provocazione, non mi entusiasma il suo ritorno, avrei fatto una scelta completamente diversa. Anche se, il mio amore per la Salernitana sta venendo sempre meno, dopo 20 non farò l’abbonamento per la prima volta, qualora aprano lo stadio ai tifosi, dopo la partita con lo Spezia sono sempre più stanco", afferma invece Luca Marino.

La questione tecnica è l’ultima in ordine di importanza per Riccardo Cardasco (un passato anche da medico sociale granata): "Per me con Castori o qualsiasi altro allenatore sarebbe lo stesso. Il problema è e resterà la dirigenza. È necessario ricompattare la tifoseria e assieme ai baresi organizzare una protesta clamorosa ma civile contro le multiproprietà, disdire gli abbonamenti a Dazn, e mostrare totale disinteresse da parte di tutte le componenti della città". Conclude Carmine Iacuzzo: "Premesso che sono rimasto molto deluso per le dimissioni di Ventura, allenatore che ci ha fatto vedere il calcio dopo tanti anni, che ha rivalutato giocatori e che ci ha riportato nella parte sinistra della classifica, fatto passare invece come il capro espiatorio del mancato approdo ai playoff, l’arrivo di Castori non mi entusiasma, non perché lo reputo “un affronto alla tifoseria”, ma perché arriva un altro allenatore che gioca per “non prenderle”, dove il primo difensore è il centravanti, con centrocampo muscolare e lanci lunghi a cercare la spizzata di Djuric. Spero che il campo mi dia torto e che potremmo vedere una bella Salernitana".

Sezione: News / Data: Gio 13 agosto 2020 alle 10:00 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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