Inizierà a breve la conferenza stampa del tecnico della Salernitana Fabio Liverani che, domani, farà il suo esordio all'Arechi dinanzi a 20000 spettatori. Di seguito tutte le dichiarazioni del tecnico granata:
Ore 16:46 - Inizia la conferenza stampa
Dopo San Siro disse che sarebbe stata la settimana a fare la formazione. Che indicazioni ha tratto?
"Abbiamo fatto una settimana piena e la squadra ha lavorato bene. Abbiamo cercato di conoscerci meglio, cosa fondamentale in questo periodo. Il tempo è poco e bisogna accelerare il percorso di crescita. Ci sono ancora delle incognite legate ai ruoli in certe situazioni. Non abbiamo recuperato nessuno, anche se sono sulla buona strada, e non potrò cambiare tantissimo. Da parte di altri ho avuto segnali positivi. Dal primo giorno che sono arrivato ho detto che si ripartiva da zero. Disponibilità e volontà di prendersi la maglietta non deve mai mancare, sta a me individuare l'undici migliore senza sottovalutare il potenziale apporto dei cinque cambi. Oggi la Salernitana non può giocarsela con 6-7 giocatori. C'è bisogno di tutti, a prescindere dal minutaggio".
Chi non è convocabile?
"Fazio non ha recuperato in pieno. Stesso discorso per Pirola e Pierozzi. Chi è uscito malconcio ha avuto una settimana in più di lavoro".
Le difficoltà fisiche dei vari difensori orientano la scelta del modulo?
"Voi avete conosciuto questa rosa più di me e sapete anche quali siano state le difficoltà legate alle assenze. Noi siamo andati a San Siro con tre giocatori di ruolo a disposizione in difesa, gente che non aveva mai giocato assieme e con Boateng che ringrazio per la disponibilità ma che ha giocato senza allenarsi. Alla terza partita ha avuto un problema. Oggi siamo nella stessa situazione: ho gente che non ha mai giocato assieme, e questo pesa quando trasmetti idee diverse. Se ci concentriamo su moduli e numeri, sbagliamo strategia e non si porta nulla alla Salernitana. Io parlerei di aggressività, fame, sacrificio, correre per il compagno. E' questo che fa la differenza. Vogliamo vincere i duelli individuali, sotto questo profilo dobbiamo avere qualcosa in più degli avversari. La tattica sarà affinata progressivamente. A me interessa la voglia di sacrificarsi per i compagni".
Settimana complicata, con la società che ha alzato la voce. La squadra ha la forza mentale per rialzare la testa evitando una lenta agonia?
"I ragazzi hanno fatto una discreta settimana. Li ho visti vogliosi e attenti. Per me domani ci sarà un verdetto importante, il campo mi trasmetterà sensazioni definitive. Per quello che è il nostro momento, è evidente che affrontare un avversario ingiocabile come l'Inter potesse crearci tutti questi problemi. Dobbiamo ragionare come se quella di domani fosse l'ultima gara, la Salernitana non può permettersi di fare tabelle. Dobbiamo vincere, punto. Non possiamo fare altro. Ci sono 13 gare, possono sembrare poche ma per me è una buona fetta di campionato. Non voglio sentire che qualcuno abdichi trascinandosi verso un'agonia quando poi ci sono i punti in palio per riuscire a raggiungere l'obiettivo".
Siete consapevoli che domani sia l'ultima spiaggia?
"Non ha aiutato in passato parlare di gara decisiva. Io credo che sia una partita fondamentale per riaccendere qualcosa che è spento. Dobbiamo provare a far punti ovunque, la vittoria è l'unica medicina. A prescindere dalla salvezza, abbiamo necessità di dare entusiasmo ai ragazzi. Non vincere mai mentalmente ti rende negativo. Un episodio positivo, al di là del distacco dalla quartultima,ci può far svoltare".
Dia e Coulibaly convocati?
"Sono a disposizione".
Domani ci saranno 20000 spettatori, Arechi fondamentale. E' d'accordo? E sente la fiducia della società?
"Il 90% degli allenatori non avrebbe accettato di subentrare a quattro giorni dalla partita con l'Inter. Sento la fiducia del club, è ovvio. Non c'è nemmeno bisogno di ribadirlo. Il ritiro ci aiuta a conoscerci di più. Io voglio far capire allo spogliatoio che persona sono, non l'allenatore. Io ho delle idee, vado diretto e non faccio giri di parole. Voglio entrare nella testa e nel cuore. I ragazzi hanno recepito, c'è unione e ci confrontiamo. Quanto ai tifosi, la risposta è semplice. Dal primo giorno percepisco la passione verso questi colori. Loro sono sempre stati al fianco della squadra, dentro e fuori. Le presenze all'Arechi sono fondamentali: se domani sono 20000, chissà cosa può accadere se dovessimo accendere la scintilla. Ora tocca a noi trascinare la squadra".
La società ha detto che oggi avreste comunicato decisioni condivise con lei. A cosa si riferiva?
"Credo al ritiro. Non ci sono altre decisioni in cantiere. Io non posso pensare a quanto fossero squadra nel periodo Sousa o nel periodo Inzaghi. Io sono qui da dieci giorni e sto provando a confrontarmi con tutti. Secondo me la squadra aveva delle difficoltà, si percepiva vedendo le partite. Vedevo scollamento interno, non c'era voglia di sacrificarsi per il compagno. Non voglio alibi nè lamentele, la ricerca del colpevole non mi piace. Se stiamo a questo livello la colpa è di tutti, se si retrocede è una sconfitta anche per chi gioca poco. Questo messaggio deve essere chiaro. Si può retrocedere nella vita, ma in modo dignitoso. Ad oggi tocca mandare questo messaggio. Il calcio è crudele e stupendo, 13 partite sono tante e ci sono molti scontri diretti. Vediamo che succede domani, oggi dipende da noi. L'aiuto deve essere interno, non esterno. La società non ci fa mancare niente, stesso discorso per il pubblico. Noi siamo in debito, il destino ci offre la possibilità di riscattarci. Le somme le tiriamo al 90'. Se saremo più bravi dell'avversario ripartiremo".
Ore 17:03 - Finisce la conferenza
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