La partita contro il Lecce è la fotografia perfetta di una stagione nata male e proseguita peggio. I grandi interventi di Falcone da una parte, l'autorete rocambolesca di Gyomber dall'altra, con i salentini che faticavano a fare tre passaggi di fila che però sbancano l'Arechi e si rilanciano prepotentemente in classifica. Eppure, al netto di limiti palesi, la Salernitana non avrebbe affatto meritato di perdere e paga anche un po' di sfortuna.

Proviamo a rinfrescare la memoria: secondo posto nella classifica dei legni colpiti (10), un solo rigore a favore e una decina contro (record in campionato), partite perse al 95', 1-2 con la Roma con 16 tiri in porta a 2, l'autogol di oggi e una miriade di infortuni nei momenti cruciali della stagione. L'anno scorso, di questi tempi, i cross sbagliati da Candreva terminavano in fondo al sacco e Ochoa parava anche le pietre: c'è poco da fare, è un campionato storto che deve finire quanto prima e che, purtroppo, si è trasformato in una lenta agonia che ci accompagnerà fino al 26 di maggio.

Ovvio che non è affatto un discorso di sfortuna se la Salernitana è retrocessa con 70 giorni d'anticipo in una serie A di livello assai modesto. Da lustri non ci ricordiamo un gruppo così demotivato, disinteressato, senza mordente. In ritiro ognuno per conto suo, musi lunghi, calciatori stranieri che non si sono integrati e altri che pensano già alla prossima destinazione spingendo il club a prendere provvedimenti.

E poi Liverani. Uno che veniva da una retrocessione e due esoneri e che, nella conferenza stampa pre partita, ha recitato il de profundis senza infondere alcun tipo di motivazioni. I cambi ruolo per ruolo, Gyomber terzino, questo Coulibaly ancora in campo e una sola punta in casa contro un Lecce modesto sono da esonero immediato, senza nemmeno pensarci un secondo. Sin dal principio, però, si percepiva che non avesse fatto breccia nel cuore dello spogliatoio.

Ed è, dunque, un altro errore che si aggiunge alla lunga collezione di Sabatini. 6,5 milioni spesi per calciatori che non hanno aggiunto nulla alla rosa, senza dimenticare Fazio, Sepe e altri tesserati che gravano sulle casse societarie e che sono eredità della sua vecchia gestione. Quando a gennaio attribuimmo 5 al mercato (e fummo generosi), ci presero per pazzi, purtroppo però era evidente non potessero essere quei calciatori a risollevare le sorti dei granata. 

E ora? L'unico vantaggio in un contesto sportivamente parlando drammatico è avere più tempo di tutti per programmare il futuro. La società sa bene che il pubblico di fede granata è pronto a ripartire a testa alta, a patto che ci sia chiarezza. E così una conferenza stampa verità, nella quale si parla di progetti e non di quanto investito sin ora, sarebbe necessaria. 

Puntare su Inzaghi potrebbe essere la scelta giusta. Il mister, in B, ha stravinto a Benevento, ha fatto un miracolo a Reggio Calabria con una società che stava per fallire, è stato artefice della cavalcata super del Venezia e a Brescia fu esonerato in piena zona playoff e con record di gare vinte in trasferta. Chi meglio di lui, animato da una voglia incredibile di vincere qualcosa a Salerno? Se tornerà, come probabile, si inizi a lavorare con lui in prospettiva futura. Affiancandogli, magari, quel Foggia che conosce la piazza e che ha già lavorato fianco a fianco con il tecnico.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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