Lo dicevamo la settimana scorsa, Liverani ha compreso che non siamo alla quarta giornata di campionato, bensì all’ennesima occasione sciupata di una stagione scellerata? La scelta di chiamarlo sulla panchina è stata l’ultima di una serie infinita di errori. Certo, non che la colpa ora fosse sua, ma ci sta mettendo molto del suo a dimostrare che era l’allenatore meno indicato per tentare un’impresa impossibile. A Cagliari è andata in scena l’ultima partita dove è stato sbagliato di tutto e di più, dall’atteggiamento iniziale a quello finale dopo aver recuperare chissà come due gol sul tre a zero.

Coraggio, zero spaccato. Ormai c’è poco da salvare in una Salernitana che ad onor del vero avrebbe meritato quanto meno di combattere fino all’ultima giornata almeno per una salvezza, contro squadre che da un punto di vista di organico e di gioco non sono poi così superiori alla squadra granata. E allora il rammarico aumenta a dismisura, anche perchè c’è solo la matematica a tenere in vita la Salernitana, ridotta all’ultimo posto della classifica. Una mortificazione per una piazza ed una tifoseria che non merita di retrocedere così mestamente.

L’occasione però è ghiotta per sondare quale sia la reale programmazione di un club che ha tutte le carte in regola per risalire la china fin dalla prossima stagione. Programmare significa, non solo scegliere l’allenatore giusto, quello che nel suo curriculum possiede il pedigree adatto da promozione diretta. La Salernitana si è portata dietro troppa zavorra della passata stagione, il caso Dia è emblematico. Portato dall’inizio alla fine del campionato come un vero e proprio boomerang. Il finale era scontato, ma l’errore è stato non gestirlo in estate, così come la scelta di tenere lo scontento Sousa. Vecchie rogne, mai chiarite che hanno portato a poco a poco allo sconquasso generale. Bisogna già programmare il futuro se si vuole costruirlo su fondamenta solide.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 marzo 2024 alle 00:00
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print