Lascia o raddoppia? Ormai, negli ambienti del tifo granata, non si parla d'altro che del futuro della Salernitana. Da un lato l'avvocato Fimmanò, uomo di fiducia del presidente, che rassicura tutti sostenendo che nessuna trattativa sia in corso per la cessione della società. Dall'altro l'amministratore delegato Maurizio Milan che conferma che "Iervolino sta riflettendo, vedremo nelle prossime settimane". Due versioni contrapposte, come spesso è capitato in questi due anni e mezzo. E il laconico "stiamo lavorando per non commettere gli stessi errori" è frase che dice tutto e non dice niente. Perchè non c'è una secca smentita rispetto alle voci insistenti che parlano di ribaltoni e fondi stranieri interessati ad acquisire l'intero pacchetto azionario della Salernitana? Possibile che un presidente che ostentava un rinnovamento totale nell'ambito della comunicazione ignori totalmente quei tifosi che pretendono chiarezza e che avrebbero meritato almeno delle scuse pubbliche per il peggior campionato della storia? La piazza, finalmente, ha preso posizione. Con ironia, senza scadere nelle offese personali come accadeva nel recente passato con la proprietà più vincente di sempre, ma con toni fermi e decisi. Gli ultras hanno elencato una parte delle tante promesse non mantenute, discorso esteso all'amministrazione comunale e al Governatore De Luca. A nostro avviso, però, sfociare nella politica significa fornire un alibi di comodo a chi aveva garantito zona sinistra, acquisti importanti e "mai più ultimi" salvo poi presentarsi in estate a Rivisondoli con un allenatore insofferente, un gruppo spaccato, gente fuori rosa e senza un solo volto nuovo a causa delle ristrettezze economiche e degli sbagli dell'acerbo De Sanctis.
E' colpa della politica se, a ottobre, si deve reintegrare Simy a causa del flop Stewart-Ikwuemesi? Ha deciso il Sindaco Napoli di affidare la panchina a Liverani o di basare il mercato di gennaio su scommesse dall'estero e calciatori sul viale del tramonto ai quali è stato corrisposto uno stipendio a cinque stelle da Sabatini? Uno che deve dire grazie al Venezia se è passato alla storia col famoso 7%, nonostante gli errori commessi già nel 2022 e che la proprietà sta pagando a caro prezzo ancora oggi, tra quinquennali a portieri modesti e 1,5 milioni di euro per un attaccante da zero gol, zero assist, zero presenze e qualche chilo di troppo. Tra tutti questi dubbi amletici e interrogativi che lasciano perplessi, c'è una sola verità: la Salernitana è virtualmente retrocessa da tempo e questi mesi non sono stati sfruttati a dovere per programmare il futuro. Ribadiamo un concetto, fino alla noia: in A è stata presa per appena 10 milioni, in A ci sarebbe l'obbligo morale di riportarla a suon di investimenti. Perchè, tra cessioni, riscatti, diritti tv e paracadute, è tutt'altro che vero che la retrocessione sia un bagno di sangue dal punto di vista economico. Se poi si deve vivacchiare spendendo quanto si introita, lecito domandarsi cosa cambi tra "mister miliardo" al timone, il Lombardi di turno o l'autogestione dell'epoca trust.
E' evidente che siamo tutti profondamente delusi perchè a Iervolino riconoscevamo potenzialità imparagonabili a quelle dei suoi predecessori. Di lui convinceva non solo la forza finanziaria, ma anche e soprattutto quello sguardo apparentemente innamorato quando parlava di Salerno, della Salernitana e dei salernitani. E siamo certi che ci fosse buona fede quando prometteva mari e monti e, in una Piazza della Concordia piena, annuiva rispetto al coro "portaci in Europa" intonato dai 5000 presenti. Fu la serata che doveva sancire l'inizio di un percorso da sogno: un Sousa top player, un ds che sembrava pronto ad una grande carriera, uno spogliatoio granitico, Dia terzo bomber d'Italia, Candreva da Nazionale, Gyomber versione muro, Kastanos e Coulibaly spettacolari, una Salernitana in grado di fermare in casa e fuori tutte le big della A, uno stadio che stava diventando fortino inespugnabile e quella rivincita sportiva con il Verona di Cioffi, l'Udinese e un Napoli già pronto alla festa scudetto che davano la sensazione di essere entrati in una dimensione diversa. Invece, proprio da quel bagno di folla, il meccanismo si è inceppato e il giocattolo si è rotto. Un giorno ci spiegheranno perchè, senza aggrapparsi a quegli alibi che parte dell'ambiente e della stampa (maledetti social!) fornisce ancora, come se retrocedere con 15 punti, record di sconfitte, peggior difesa, peggior attacco e un Arechi violato da tutti sia cosa da poco. Ci sarebbe, invece, da provare un profondo senso di disagio e di vergogna. A tutti i livelli. Perchè la società ha commesso errori clamorosi, soprattutto da gennaio in poi. Ma nessuna componente è stata in grado di agire di conseguenza in largo anticipo rispetto a un campanello d'allarme che suonava da mesi. Quelli che oggi dovrebbero andare a mare per davvero ma che, siamo certi, torneranno a pontificare dall'altare di facebook alla prima occasione. Gli “hater” o i “leoni da tastiera” se preferite, sono tra le rovine della nostra Salernitana.
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