"Non ho mai tradito Salerno". Comincia così la nostra chiacchierata con Matteo Guazzo, attaccante che ha contribuito alla promozione in C1 della Salernitana e che andò via tra mille polemiche e con tanti insulti sui social. Tutto nacque dopo un confronto con il direttore sportivo Angelo Fabiani che, a malincuore, registrò la volontà dell'atleta di cambiare aria. I motivi? Li chiarisce ai microfoni di TuttoSalernitana, con lo sguardo che fa trasparire ancora tanta amarezza: "Me ne hanno dette di tutti i colori, ma le cose sono andate così. Avevo mio padre con seri problemi di salute, c'erano esigenze familiari che mi spinsero a fare una scelta di vita e ad avvicinarmi a casa. Non avrei mai lasciato Salerno e spesso ho detto che mi sono pentito: il legame con la piazza era fortissimo, non mi sono mai sentito bene come a Salerno. Purtroppo, poi, mio padre è venuto a mancare. Segno evidente che non c'era nessuna scusante quando decisi di lasciare la maglia granata. A conferma del mio rapporto d'amore sincero con i colori granata, posso dire che negli anni successivi mi hanno contattato Benevento, Casertana e Lecce ma ho sempre detto di no. Al Sud solo per la Salernitana, è questo che ribadii alle società e al procuratore". 

Guazzo conferma che "nel 2015 ci fu la possibilità di tornare, è vero. Chiacchierai con il direttore sportivo Fabiani, so che apprezzò la mia sincerità. Avevo vinto il campionato di C con l'Entella, l'esperienza con l'Alessandria era virtualmente conclusa ed è inutile dire che sarei stato felicissimo di chiudere il cerchio e tornare a Salerno. Purtroppo non si concretizzò, ma resto un grande tifoso della Salernitana. Per venire lì, nel 2012, ho rinunciato a buona parte de mio stipendio. Un gesto che la dirigenza apprezzò molto, ma non c'è cifra che tenga rispetto all'amore che nacque con la gente".

L'ex attaccante, evidentemente ancora legato ai colori granata, apre l'angolo dei ricordi: "Sono stati tutti belli, festeggiare sotto quella curva trasmette sempre un'emozione particolare. Posso dire, con grande sincerità, che ho indossato maglie prestigiose come quelle di Taranto e Parma, ma non ho mai provato le sensazioni di Salerno. E' stata l'esperienza calcistica migliore della mia carriera, chi mi conosce sa che sono onesto e non uso le solite frasi di circostanza. Mi hanno voluto bene, ci siamo trascinati a vicenda, fummo orgogliosi di regalare alla gente la gioia della promozione. E non avrei mai tradito quella curva, spero che nel tempo abbiano capito che fu una scelta umana e di vita quanto mai sofferta, ma purtroppo necessaria".

Infine sull'attualità: "Per fare una battuta, chissà che non si debba ringraziare il Covid. Calcisticamente parlando, ovviamente(riferimento al 3-0 con la Reggiana e alle porte chiuse che hanno evitato contestazioni, ndr).  Tornando seri, posso dire che la Salernitana ha una squadra importante, con una coppia d'attacco che si completa bene come quella formata da Djuric e Tutino. La società è ambiziosa, li conosco bene e so che non si accontentano. Castori è un osso duro per tutti, ci sono tutte le carte in regola per sognare quel salto di categoria che Salerno merita dopo qualche anno tribolato e in cui c'è stato il rischio di retrocedere". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Mer 09 dicembre 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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