Niente scherzi. Il caso Salernitana va risolto. Ovviamente proteggendo il sacrosanto diritto della città e del club di disputare il prossimo campionato di Serie A, ma anche rispettando la norma che vieta la doppia proprietà nella stessa categoria. Insomma, per Lotito vale quanto già stabilito nel comunicato federale che ha fissato nel 25 giugno il limite in cui perfezionare la cessione della società e impedire che in capo allo stesso soggetto, “in forma diretta o indiretta” possano essere ricondotte due società.
Un principio ovvio dal punto di vista sportivo, che deve essere declinato senza fughe interpretative. È il pensiero che la Figc continua a ribadire e che oggi, anche se nell’ordine del giorno l’argomento non c’è, potrebbe essere oggetto di una discussione anche in sede di assemblea di Lega A. Dove ci sarà la Lazio, ma non la Salernitana, proprio per evitare di prendere decisioni sulla prossima stagione in una situazione di irregolarità. Nelle ultime ore, il club campano ha rivendicato il diritto a essere presente, inviando una prima lettera alla Lega e quindi nelle ultime ore pure una diffida. Fino alla scadenza, questa la posizione, l’attuale proprietà ha comunque le sue prerogative. Un’interpretazione che si scontra con quanto invece sostenuto da Lega e Figc: per le decisioni che riguarda questa stagione sportiva, ci saranno le tre retrocesse (Benevento, Parma e Crotone), per quelle dell’annata che verrà il voto della Salernitana potrà essere espresso solo dalla nuova proprietà. Che attualmente non c’è.
NIENTE OFFERTE
Ma a che punto siamo con la cessione? Nella catena di voci che si rincorrono sembra esserci una certezza. Non sarebbe finora arrivata alla vecchia proprietà – per metà facente capo alla Omnia Service di Enrico Lotito, figlio di Claudio, e per l’altra metà a Marco Mezzaroma, cognato del presidente della Lazio, attraverso la Morgenstern – un’offerta minima accettabile. Anzi, la cifra non avrebbe raggiunto la soglia del monte contributi che scattano per la presenza in A. Questo tuttavia non potrà funzionare come alibi, perché la tutela dell’interesse collettivo, cioè la regolarità sportiva del campionato, vale più – questo il ragionamento che fanno in sede federale – dell’interesse particolare di una società costretta a vendere in un tempo così ridotto. Una linea supportata da un riferimento, non a caso inserito nel comunicato federale che fissava la data limite del 25 giugno, alla discussione in consiglio federale del 2013, in cui lo stesso Lotito sottolineò la necessità di “una perentoria attivazione della normativa federale” proprio nel caso delle due squadre nella stessa serie in seguito a una promozione. Come dire: lo sapevate.
TRUST DI SCOPO
Dunque, su quale strada si sta incamminando la vicenda? La parola chiave dovrebbe essere trust, meglio ancora “trustee”, il soggetto che dovrebbe entrare in possesso della società per gestirla fino alla cessione definitiva a un altro gruppo. Una sorta di “trust di scopo” per permettere di effettuare la vendita senza il fiatone della necessità di compiere l’operazione in poche settimane. La verità è che però un percorso del genere sarebbe esposto a diversi rischi, soprattutto la possibilità che dietro il trustee ci possano essere persone vicine all’attuale proprietà. Servono dei “paletti” che possano scongiurare questo rischio, ma la responsabilità di una soluzione opaca, un’altra sottolineatura federale, è tutta in carico all’attuale proprietà. Insomma, c’è anche la possibilità che il 25 giugno si debba procedere a una “valutazione” della documentazione che il gruppo Lotito invierà alla Federcalcio. La soluzione dovrà essere inattaccabile, cioè stabilire l’assoluta estraneità della nuova proprietà (sia nel caso della vendita a un fondo estero, sia con il trust) dalla vecchia.
FESTA E STADIO
Nelle ultime ore si era sparsa la voce di una specie di percorso condiviso per arrivare a una soluzione, con un confronto fra i legali della Federcalcio e quelli del gruppo Lotito, ma al momento attuale questo tavolo non c’è e chissà se ci sarà. Il tempo corre, però le carte non sono state ancora tirate giù. E a Salerno si continua a festeggiare la promozione, uno stato d’animo calcistico che la città continuerà a provare almeno fino al 19 giugno, la data dell’anniversario della nascita del club, 102 anni fa. Un segno di normalità è anche la decisione della Regione Campania di finanziare gli “interventi di adeguamento funzionale e normativo” dello stadio Arechi. Gli interventi, per circa 2 milioni, riguarderanno illuminazione, panchine, recinzioni, servizi igienici e tornelli e tutto quanto previsto nel quadro delle direttive indicate da Lega, Federcalcio e broadcast televisivi. Insomma, anche lo stadio è pronto per riabbracciare la Serie A dopo una lunga assenza. Prima, però, va superato il colle della doppia proprietà.
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