Il silenzio dei trustee continua ad alimentare confusione e preoccupazione negli ambienti del tifo granata. Tra finti comunicati stampa diffusi sui social da qualche nullafacente e voci contrastanti che si rincorrono da ore, si attende un comunicato ufficiale che possa, quantomeno, consentire a tutti di orientarsi e di capire che fine farà la Salernitana a sette giorni dalla deadline. Inutile rimarcare ancora che questa lenta agonia non sia affatto rispettosa nei confronti del pubblico granata. Ok affidarsi ad un trust stanti le offerte ritenute non congrue giunte in estate (ma su questo aspetto va detto, per onestà, che sono arrivate notizie nel tempo che smentiscono Lotito), ma ormai è doveroso fare un passo indietro ed accettare una cifra ben lontana dai 40 milioni di euro stabiliti da un perito il 30 luglio scorso e dagli ottanta che i disponenti speravano di intascare a giugno. E in merito ogni commento sarebbe superfluo. Il quadro è chiaro, i trustee non possono più permettersi di agire per "orgoglio" o nell'interesse unico di Lotito e Mezzaroma: chiunque vuole prendere la Salernitana ha messo in preventivo spese imponenti a gennaio per rinforzare la rosa e, dunque, la cifra messa sul tavolo è al ribasso. 20-25 milioni sarebbe già oro colato. Le contraddizioni sono quotidiane, ci sono troppe cose che non tornano. Nel comunicato del 15 novembre non si parlava di problema economico ma solo di iter burocratico da completare, il 5 dicembre la scelta era fatta e la Salernitana era stata praticamente ceduta, poi il dietrofront con motivazioni di ogni genere che hanno indispettito la Federazione e spinto - legittimamente, purtroppo - a non concedere la proroga. Tutti "spalle al muro", metaforicamente parlando. Non si dovesse vendere, la Salernitana pagherebbe la guerra fredda tra Federazione e Lotito. Si vendesse in una settimana si avrebbe comunque la sensazione si potesse fare prima, evitando un campionato così imbarazzante. 

Sezione: News / Data: Ven 24 dicembre 2021 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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