Quella di ieri sera, è stata una di quelle serate che tutti vorrebbero cancellare dalla propria memoria. Una di quelle che ti auguri che non possa capitarti mai più, anche se hai la paura costante che ricapiterà, e che se ricapita è la fine.
Però è da queste mazzate che impari tanto, studiando modi alternativi per evitarle.
Tralasciando gli alibi - che vengono ripetuti come una poesia a memoria dalla maggior parte dei tifosi quando qualcuno inizia a criticare la squadra, mettendoci al fianco, una poesia da libro Cuore, così giusto per addolcire di più la pillola da far andare giù, tipo “Agosto, squadra mia non ti conosco” oppure usando l’espressione “calma e gesso” o rilanciandoti con un qualcosa di analogo successo pochi anni fa. Attenzione: può sembrare una critica ma non lo è. Anzi è anche un modo per sottolineare - e questo è un messaggio rivolto alla società - ossia che ai tifosi, avendo tanta fiducia nel progetto, sostenendolo con tutto loro stessi per la fede che hanno, non bisogna deluderli - che però, sono comunque da considerare come le “poesie” scritte sopra, ossia la squadra è piena di giocatori infortunati, che siamo solo al 6 agosto e quindi c’è tutto il tempo per fare mercato, e che, avendo l’inizio del campionato ad una settimana esatta, le squadre di Serie A hanno avuto una preparazione diversa rispetto a quelle di Serie B, perché le squadre della serie cadetta non si fermeranno a novembre rispetto a quelle del massimo campionato; ma si vede che questa squadra non ha lucidità. Lo si vede dalla difficoltà nel creare occasioni da gol. Però la cinicità è un qualcosa che arriva anche con gli uomini giusti e lavorando sodo. Quindi è una cosa su cui lavorare e che preoccupa in parte.
Perché quello che preoccupa tanto invece, che trapela dalla partita di ieri, è che i granata abbiano perso il loro carattere battagliero, che è stato il fattore in più della salvezza ottenuta la scorsa stagione. Dal mese di marzo in poi, con tutti i limiti tecnici soprattutto in difesa, che per la cronaca, ancora persistono, alle squadre avversarie veniva lasciato poco o nulla. È come se la Salernitana si fosse fatta abbattere dagli eventi. Mister Nicola cerca sempre di tenere alta la guardia e di crederci sempre. Ma sembra che in questa stagione non sia aiutato. Sia dagli eventi, ma sia perché, almeno come visto ieri, gli è rimasto solo Franck Ribery come vero uomo simbolo.
39 anni e non sentirli, saranno 40 primavere il 7 aprile, ed ancora è un giocatore immenso. Ha ancora quel carattere, e quella voglia di giocare che l'han portato ad essere il giocatore conosciuto ora. L’età non gli permette di essere il giocatore che era 10 anni fa, quando, insieme ad Arjen Robben, al Bayern Monaco, erano considerati gli esterni più forti del mondo e trascinavano la squadra tedesca alla vittoria di campionati, coppe nazionali, ed anche di una Champions League. Fa riflettere e non poco questo, sia in generale per il campionato italiano in sé, che, rispetto ad altri campionati, è a livelli bassissimi ed anche un 40enne che dovrebbe essere prossimo alla pensione, fa la differenza. Ma bisogna anche provarla a vedere da un altro punto di vista, un pò più positivo, ossia che mentre tutti lo considerano vecchio, nel frattempo dà ancora lezioni di calcio a tutti. Però bisogna considerare questa situazione in chiave "Salernitana". Abbiamo sempre ripetuto che Ribery, i 90 minuti nelle gambe non li ha, ma neanche quasi i 45 li ha. All’inizio della partita era lui che trascinava i granata, per poi, nella metà del primo tempo, la squadra se l'è trascinata assieme a Lassana Coulibaly, che come un effetto domino, ha svegliato anche tutto il centrocampo. Infatti insieme a Franck Ribery, il maliano, è un altro uomo simbolo della squadra, ma essendo che, il primo è già un giocatore affermato, mentre il secondo sta iniziando a farsi conoscere nel calcio che conta dall'alto dei suoi 26 anni, per adesso il secondo passa sottotraccia. Come anche è passato sottotraccia anche Luigi Sepe, che, con le sue parate, ha in qualche modo, salvato i granata da una possibile goleada. Deve migliorare tanto sui lanci lunghi, come Lassana dovrebbe essere meno egoista. Però la baracca la tiene su sopratutto Scarface. Infatti quando viene sostituito, dopo aver subito anche il gol del Parma, quella squadra che giocava al 20 percento di batteria, si scarica definitivamente.
Tornando quindi a parlare di Ribery, la scorsa stagione era incostante. Questo preoccupa e non poco, soprattutto se usi lui come arma principale per rilanciare le proprie ambizioni di salvezza. Anche perché, e lo si vede anche dalla partita di ieri, Scarface è ancora un giocatore immenso, come detto prima, che ha ancora tanto da dare, ma ha poca lucidità. Pensa a costruire più che provare il tiro a rete quando se ne presenta l’occasione, da esterno puro qual è. E da esterno puro qual è, ok che bisogna intervenire sul mercato, ma se, con tutti questi infortuni occorsi, diventasse un jolly anche per la fascia? Ma soprattutto, perché non arretrarlo a centrocampo come trequartista, essendo che uno dei moduli prefissati era anche il 3-4-1-2? Franck, la scorsa stagione, da trequartista, fece la sua miglior partita della sua esperienza a Salerno, ossia Venezia – Salernitana, finita 2-1 per i granata. Fu il migliore in campo in quella partita.
In conclusione, c’è tanto da rivedere. Ma tantissimo da rivedere. Ma soprattutto, questo fa capire quanto questa Salernitana abbia si un cuore, ma questo cuore è di pietra ed è coperto da tanti ma tanti fattori, che dovrebbero stare proprio lontano dal cuore. Un cuore che è di Davide Nicola, ed ha il nome di Franck Ribery, ma che ha al suo fianco due aorte di nome Lassana Coulibaly e Luigi Sepe, che faran di tutto per far ritornare questo cuore allo stato normale.
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