Salernitana, il futuro è ancora un rebus. Mentre la squadra, reduce da una serie di risultati negativi, prova a preparare la proibitiva trasferta di Firenze convivendo con l'ormai cronica emergenza infortuni, i trustee stanno lavorando a Roma sperando di evitare l'estromissione dal campionato di serie A per la nota vicenda relativa alla multiproprietà. I confronti con la FIGC sono costanti, il presidente Gabriele Gravina non ha intenzione di concedere alcuna proroga e ribadisce la necessità di agire nel pieno rispetto delle normative vigenti. Allo stesso tempo, però, la Federazione è consapevole che una clamorosa esclusione dei granata il prossimo primo gennaio comporterebbe una serie di ricorsi che metterebbero a serio rischio il futuro del calcio italiano. Non solo la Salernitana, ma anche tutti i club che in estate chiesero il ripescaggio potrebbero scendere in campo e rivolgersi alla giustizia ordinaria. Quella che, seguendo alla lettera quanto stabilito finanche dalla Costituzione, potrebbe soffermarsi sul no alle multiproprietà future: il diritto all'impresa e la tutela della proprietà privata sono garantite dalla legge, chissà che un giorno anche Marco Mezzaroma (ad oggi impossibilitato ad investire nel mondo del calcio in virtù di una parentela con il patron della Lazio) non possa rientrare in scena, naturalmente in un'altra piazza. Ma è palese che l'obiettivo di tutti sia far prevalere il buonsenso e consentire alla Salernitana di chiudere regolarmente il campionato nel rispetto, anche, del merito sportivo acquisito sul campo.
I granata, a suon di record e di successi, pochi mesi fa ebbero il merito di sbaragliare una concorrenza agguerrita e di vincere il torneo di B senza passare per i playoff, guidati al meglio da mister Castori e da un gruppo quanto mai granitico. Oggi si proverà a difendere la categoria, a patto che i nuovi proprietari dimostrino totale distacco dalla precedente gestione fornendo una serie di documenti e autocertificazioni che, a quanto pare, continuano a mancare. Sul tavolo dei trustee sono arrivate diverse proposte, nessuna vincolante o perfettamente confacente alle richieste dei disponenti e del perito esterno che, lo scorso 30 luglio, ha fissato in 40 milioni il prezzo di vendita. E' evidente, però, che l'ultimo posto e l'obbligo di investire diversi milioni nel mercato di gennaio abbiano spinto queste cordate (cui nomi restano top secret) a giocare al ribasso, forti anche della scadenza del 31 dicembre ormai imminente. La sensazione è che, al massimo, Lotito e Mezzaroma incasseranno 20-25 milioni, in pratica quanto avrebbero potuto guadagnare già in estate senza costringere la Salernitana a giocare tutto un campionato in condizioni che sarebbe eufemistico definire anomale. Allo stato delle cose, però, trattative ad un passo dalla chiusura non ce ne sono e questo agita la Federazione.
In caso di passaggio di proprietà, che fine faranno gli attuali dirigenti? Buona parte della tifoseria spera in un reset totale, mentre il mondo ultras e i club organizzati stanno assumendo un atteggiamento maturo: sostegno incondizionato alla squadra, in casa e in trasferta, senza entrare nel merito di questioni giuridiche. Il ds Fabiani, che resta tra gli artefici della promozione (e in estate il suo ruolo fu determinante per l'iscrizione), ai microfoni di TuttoSalernitana si è lasciato andare ad un piccolo sfogo: "Sono in attesa quanto i tifosi, non potete capire quanto mi addolora questa cosa. Sento parlare di mercato, a me interessa esclusivamente che domani mattina arrivi un nuovo presidente e possa garantire un futuro al club. Voi pensate sia semplice operare in estate, da neopromossi, sapendo che c'è un budget da rispettare senza poter sforare di un euro? Credete che sia stato io a scegliere la strada del trust? Il tiro al piccione nei confronti di Fabiani è sport quotidiano, lo accetto e vado avanti. Ma vorrei che tutto l'ambiente facesse un salto di maturità, capendo che c'è una squadra da sostenere e un campionato da giocare. Non ho mai detto che sono rassegnato alla B, ogni volta che parlo vengono travisate le mie parole. In estate potevo tranquillamente andare via da vincitore: vi pare che, con una A conquistata a Salerno, non avrei trovato sistemazione? Invece ci ho messo la faccia, traghettando la Salernitana verso la risoluzione della querelle multiproprietà".
Una presa di posizione netta, una risposta a tutta la tifoseria che freme in attesa di una svolta. "Ma, stando a quanto previsto dai nostri contratti, non possiamo avere contatti con i trustee nè decidere sulle loro strategie comunicative" ha chiosato Fabiani che, al netto di alcune scritte pesanti apparse sui social e che certo non rappresentano al meglio la tifoseria (tutto al vaglio delle autorità giudiziarie, il web non può essere sempre terreno fertile per gli incivili), ha comunque fatto chiarezza confermando la volontà di rassegnare le dimissioni non appena si presenterà la nuova proprietà. Intanto la prossima data da segnare in rosso sarà quella del 15 dicembre: solo certificando la chiusura di una trattativa si potrebbe avere una proroga ulteriore di 45 giorni. E il mercato? In quel caso lo farebbe ancora Fabiani, con i soldi a disposizione. A gennaio dovrà esserci il riscatto di Jaroszynski, Mamadou Coulibaly e Simy. Investimento complessivo di oltre 8 milioni di euro. Si parla con insistenza del ritorno di Alan Empereur in difesa e di Cristiano Lombardi a centrocampo, senza dimenticare il sondaggio per lo svincolato Farias e per l'ex Tiago Casasola, attualmente in forza al Frosinone ma di proprietà della Lazio. Naturalmente occorreranno innesti d'esperienza e categoria per trasformare una squadra discreta ma incompleta in una rosa quantomeno alla pari delle dirette concorrenti. In fondo la salvezza, al netto di tutto, dista appena 4 punti e quasi tutti gli scontri con le pericolanti si giocheranno nel catino infuocato dell'Arechi.
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